Nove mesi senza stress e all’insegna della vita sana, con il giusto movimento e una dieta bilanciata. Riassumendo, questa sarebbe la gravidanza ideale per ogni donna, ma non sempre è così facile. Tuttavia, anche grazie ai risultati della ricerca scientifica, sempre più sta aumentando la coscienza che il benessere della mamma, sia mentale che fisico, è in grado di influenzare lo stato di salute del bambino e dell’adulto che diventerà.
Parlando di benessere mentale, uno studio dell'Università di Edimburgo pubblicato su eLife ha scoperto che a seconda dello stress materno durante la gravidanza, il cervello dei neonati può subire delle modifiche nelle aree del cervello associate allo sviluppo emotivo. La ragione sarebbe nell’eccessiva produzione di cortisolo da parte delle donne più stressate: questo ormone è coinvolto nella risposta del corpo allo stress e svolge anche un ruolo nella crescita fetale. Per questo i ricercatori scozzesi nelle conclusioni sottolineano la necessità di dare sostegno alle future mamme, non trascurando la componente emotiva, oltre a quella fisica, e individuando precocemente i segnali di disagio.
Glicemia e peso? Meglio sotto controllo
Arrivando alla nutrizione, sono due gli studi da segnalare, pubblicati quasi in contemporanea. Il primo (PLosMedicine), condotto da un team dell’Università di Southampton e del King's College di Londra, rileva che le donne gravide che soffrono di diabete gestazionale potrebbero ridurre i rischi per la salute dei loro bambini attraverso una dieta migliore e una maggiore attività fisica. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di glicemia fuori controllo delle gestanti hanno un impatto sul DNA del feto in via di sviluppo. Un effetto non da poco, visto che il diabete gestazionale sta diventando più frequente in tutto il mondo, insieme all'aumento dell'obesità col quale è associato, e può aumentare il rischio di complicazioni durante la gravidanza e il parto, nonché il rischio di malattie metaboliche nei figli. I ricercatori hanno studiato i dati di oltre 550 donne in attesa obese e dei loro figli, tratti da un grande studio britannico (UPBEAT) che ha l’obiettivo di migliorare la dieta e l'attività fisica delle donne incinte. La buona notizia è che - rispetto alle donne che non hanno apportato modifiche al loro stile di vita durante la gravidanza - quelle che state aiutate ad aumentare l’attività fisica e a cambiare la loro dieta scegliendo alimenti con un minore impatto glicemico, un ridotto apporto di grassi, ingrassavano di meno ed erano più in salute. Ma non solo: anche gli effetti sul DNA del feto si riducevano in modo significativo.
Il secondo lavoro è stato pubblicato sull'European Journal of Preventive Cardiology, rivista della Società europea di cardiologia (European Society of Cardiology). E, come potrete immaginare, è dedicato al rapporto tra salute materna, anche dopo la gravidanza, e salute cardiaca dei figli.
Va detto che è il primo studio ad esaminare se la salute del cuore dei genitori sia associata all'età in cui la prole sviluppa eventuali malattie cardiovascolari. E valutando separatamente l'influenza di ciascun genitore. Anche qui i ricercatori si sono basati sui dati di un importante studio inglese (Framingham Heart Study) condotto su genitori e figli e durato svariati decenni. In particolare, i figli sono stati arruolati nello studio a un'età media di 32 anni e seguiti per oltre 46 anni (1971-2017) osservando lo sviluppo di eventi cardiovascolari. In effetti lo studio ha seguito i figli nella maggior parte della loro vita adulta, ossia quando si verificano effettivamente gli attacchi di cuore e ictus.
Risultati principali
Nella montagna di dati, eccone qualcuno tra i più significativi. Innanzitutto che i figli di madri con uno stile di vita più amico e salutare per il cuore - alimentazione compresa – sviluppavano eventuali malattie cardiovascolari quasi un decennio più tardi rispetto alle prole di mamme con stili di vita meno sani. Invece, la salute del cuore dei padri non ha avuto alcun effetto statisticamente significativo sul periodo di esordio di malattie cardiovascolari nei figli. "Il nostro studio suggerisce che le madri sono le principali custodi della salute dei loro figli", afferma uno degli autori principali dello studio, James Muchira, della Vanderbilt University di Nashville e dell'Università del Massachusetts. "E che questa influenza materna persiste nell'età adulta dei loro figli".
Riguardo alla gravidanza, sempre Muchira ha detto che il forte contributo delle madri era probabilmente una combinazione dello stato di salute durante la gravidanza e l'ambiente nei primi anni di vita. "Se le madri hanno il diabete o l'ipertensione durante la gravidanza, questi fattori di rischio vengono impressi nei loro figli in età molto precoce. Inoltre, le donne sono spesso il principale modello di comportamento per i figli". Sembra, inoltre, che i figli maschi rimangano più influenzati dalle “cattive” abitudini materne rispetto alle figlie. Per fortuna, le persone che ereditano un rischio elevato dalla madre possono ridurlo mangiando bene e facendo esercizio fisico, sostengono gli studiosi.