Novità dalla ricerca
Due-tre caffè al giorno levano il cardiologo di torno?

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Questa la dose indicata di caffè che non solo sarebbe sicura ma che è risultata protettiva per la salute del cuore, sia per chi è sano, sia per chi ha già qualche disturbo cardiaco. Ecco un’anticipazione di una importante ricerca dedicata a caffè e cuore e che verrà presentata nei prossimi giorni al congresso dell’American College of Cardiology

Vi ricordate una vecchia pubblicità di un tè deteinato che faceva bene anche al cuore (per l’assenza di teina, ossia la “caffeina” del tè?). Ebbene, alla luce dei risultati delle ricerche che verranno presentate nei prossimi giorni al congresso annuale dell'American College of Cardiology, forse oggi il finale sarebbe un po’ da cambiare.

Secondo gli autori di una delle più grandi analisi sul potenziale ruolo del caffè nelle malattie cardiache e la longevità – cliccando qui potete leggere l’anticipazione originale dell'American College of Cardiology dal quale ho tratto  le informazioni per questo articolo -  bere due-tre tazze al giorno non solo è risultato associato a un minor rischio di malattie cardiache o di aritmie pericolose ma anche a una maggiore durata della vita. Risultati validi sia per le persone che non hanno problemi cardiaci che per quelle che ne soffrono. "Poiché il caffè può accelerare la frequenza cardiaca, alcune persone temono che berlo possa innescare o peggiorare determinati problemi cardiaci. È da qui che potrebbero derivare i consigli medici generali per smettere di bere caffè. Ma i nostri dati suggeriscono che l'assunzione giornaliera di caffè non dovrebbe essere scoraggiata, ma piuttosto incluso come parte di una dieta sana per le persone con e senza malattie cardiache", ha affermato Peter M. Kistler, uno degli autori principali della ricerca nonché responsabile della ricerca sull'aritmia presso l'Alfred Hospital e Baker Heart Institute di Melbourne, in Australia. "Abbiamo scoperto che bere caffè aveva un effetto neutrale, il che significa che non faceva danni, o era associato a benefici per la salute del cuore".

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Da dove arrivano i dati?

Per arrivare a queste conclusioni, il professor Kistler e il suo team hanno utilizzato i dati della britannica BioBank, un database con informazioni sulla salute di oltre mezzo milione di persone che sono state seguite per almeno dieci anni. I ricercatori hanno esaminato vari livelli di consumo di caffè (da una a più di sei tazze al giorno) e la possibile relazione con aritmie cardiache, diverse malattie cardiovascolari (problemi alle coronarie o insufficienza cardiaca, ad esempio) e poi con i decessi totali e correlati al cuore.

Tre studi diversi

Entrando un po’ più nel dettaglio della montagna di dati esaminati, i ricercatori hanno elaborato tre studi diversi.  Per il primo studio, i ricercatori hanno esaminato il consumo di caffè per 10 anni di oltre 280mila persone senza malattie cardiache. L'età media dei partecipanti era di 57 anni e la composizione era divisa in parti uguali tra uomini e donne. In generale, bere da due a tre tazze di caffè al giorno è stato associato al beneficio maggiore, traducendosi in un rischio inferiore del 10-15% di sviluppare malattie coronariche. Beneficio che si riduceva in chi superava questa dose (ma anche in chi beveva poco o zero caffè).

Il secondo studio ha invece considerato circa 35mila persone che avevano delle patologie cardiovascolari. L'assunzione di caffè da due a tre tazze al giorno è stata associata a minori probabilità di morire rispetto chi non assume caffè. "I medici generalmente hanno una certa apprensione per le persone con malattie cardiovascolari o aritmie che continuano a bere caffè, quindi spesso sbagliano per eccesso di cautela e consigliano loro di smettere del tutto di berlo a causa del timore che possa innescare ritmi cardiaci pericolosi", ha detto Kistler. "Ma il nostro studio mostra che l'assunzione regolare di caffè è sicura e potrebbe far parte di una dieta sana per le persone con patologie cardiache".

Con caffeina o senza?

Nel terzo studio i ricercatori hanno esaminato se ci fossero differenze nella relazione tra caffè e cuore a seconda che qualcuno bevesse caffè istantaneo oppure macinato oppure decaffeinato. Arrivando sempre alla stessa conclusione: due-tre tazze al giorno sono risultate associate al minore rischio di problemi cardiaci, indipendentemente dal fatto che fossero di caffè macinato o istantaneo. Il caffè decaffeinato non ha invece mostrato effetti favorevoli contro l'aritmia ma ha ridotto le malattie cardiovascolari, ad eccezione dell'insufficienza cardiaca. Kistler ha affermato che i risultati suggeriscono che il caffè con caffeina è preferibile su tutta la linea e non ci sono benefici cardiovascolari nello scegliere un decaffeinato rispetto ai caffè con caffeina (tuttavia, va ricordato che anche nel caffè decaffeinato rimangono tanti principi attivi benefici, come gli antiossidanti, ad esempio). E così il cerchio si chiude con la pubblicità dell’inizio…

In conclusione, ora sappiamo che due-tre tazzine al girono è la dose ottimale di caffè che ci può dare i maggiori benefici. Il che non è un invito ad assumere questa bevanda ma una valida informazione per chi, come tanti italiani, fa del caffè un piccolo rituale quotidiano. E ovviamente, per chi ha problemi di cuore, prima di decidere di variare il consumo di caffè  sarà opportuno consultarsi con lo specialista cardiologo.

Due-tre caffè al giorno levano il cardiologo di torno? - Ultima modifica: 2022-03-29T18:06:45+02:00 da Barbara Asprea

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