Cari studenti, sotto esami non esagerate con gli energy drink, ecco perché

Meglio non abusarne: un nuovo importante studio Usa pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha scoperto che in certe dosi le bevande energetiche, su persone sane, possono alterare la pressione del sangue e il funzionamento del cuore

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Tempo di esami scolastici. Un tempo, per tentare di restare svegli sui libri, il rimedio più classico era un termos pieno di caffè o tè sulla scrivania. Oggi, invece, gli studenti spesso si affidano alle diffusissime bevande energetiche (energy drink) che promettono aumentate prestazioni psicofisiche. E in effetti ad abusarne sono proprio i più giovani: negli Stati Uniti circa il 30% degli adolescenti tra i 12 e i 17 anni li consuma in modo regolare.

Una pratica che può risultare rischiosa, però. Eco cosa affermano gli autori nell’introduzione del loro studio pubblicato recentemente sul Journal of the American Heart Association, ossia la rivista dell’importante associazione dei cardiologi americani. “Anche se comunemente promossi come integratori che possono aumentare le prestazioni e la cognizione, queste bevande hanno anche numerosi effetti collaterali dannosi, in particolare di natura cardiovascolare e neurologica. I ricoveri annuali al pronto soccorso degli ospedali che coinvolgono le bevande energetiche sono passati da 10.068 nel 2007 a 20.783 nel 2011. Secondo la Food and Drug Administration, ci sono stati 34 decessi attribuiti a bevande energetiche che giustificano indagini sulla sicurezza di queste bevande.”

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Il test, spiegato in breve

Il team di ricercatori Usa ha arruolato 34 volontari sani di età tra i 18 e i 40 anni. I partecipanti, per tre giorni non di seguito, sono stati assegnati in modo casuale a bere 32 once (equivalenti a circa 950 ml) di due varietà di bevande energetiche contenenti caffeina disponibili in commercio, oppure a bere una bevanda placebo. Le bevande sono state consumate in un periodo di 60 minuti, ma non più velocemente di mezz’ora per ogni bottiglietta da 16 once (circa 475 millilitri). Entrambe le bevande energetiche testate contenevano in tutto (ossia 32 once) dai 304 ai 320 milligrammi di caffeina. Perciò dosi inferiori ai 400 mg di caffeina, ossia la soglia oltrepassata la quale, questa sostanza induce delle variazioni rilevabili con l’elettrocardiogramma. Gli altri ingredienti delle bevande testate, abbastanza comuni per questo tipo di prodotti, includevano la taurina (un aminoacido), il glucuronolattone (presente nelle piante e nei tessuti connettivi) e vitamine del gruppo B. La bevanda placebo, invece, era a base di acqua gassata, succo di lime e aroma di ciliegie.

All'inizio del test, e poi ogni 30 minuti e per 4 ore dopo il consumo delle bevande, i ricercatori hanno misurato la pressione sanguigna ed eseguito l’elettrocardiogramma su tutti i partecipanti.

I risultati principali e il commento dell'autore

Nei soggetti che hanno consumato le bevande energetiche, i ricercatori hanno rilevato un’anomalia del battito cardiaco. Più precisamente che, ancora dopo 4 ore dall’assunzione, l'intervallo QT era più alto rispetto ai bevitori delle bevande placebo. L'intervallo QT è una misura del tempo impiegato dai ventricoli per prepararsi a generare nuovamente un battito. Se questo intervallo di tempo è troppo breve o troppo lungo, può causare un anomalo battito e l'aritmia risultante può diventare anche pericolosa.

I ricercatori hanno anche riscontrato un aumento statisticamente significativo dai 4 ai 5 mm Hg della pressione, sia sistolica che diastolica, nei partecipanti che hanno consumato le bevande energetiche.

"Abbiamo trovato un'associazione tra consumo di bevande energetiche e cambiamenti negli intervalli QT e pressione arteriosa che non possono essere attribuiti alla caffeina. Abbiamo urgentemente bisogno di investigare  l'ingrediente o la combinazione di ingredienti in diversi tipi di bevande energetiche che potrebbero spiegare i risultati osservati nella nostra sperimentazione”, ha commentato Sachin A. Shah, farmacologo e professore universitario nonché autore principale della ricerca. “Il pubblico dovrebbe essere consapevole dell'impatto delle bevande energetiche sul loro organismo, soprattutto se hanno dei problemi di salute. E gli operatori sanitari dovrebbero consigliare a determinati pazienti, come chi ha una sindrome del QT lungo, congenita o acquisita, oppure l'ipertensione, di limitare o monitorare il consumo di questi drink”, conclude il professore.

Cari studenti, sotto esami non esagerate con gli energy drink, ecco perché - Ultima modifica: 2019-06-18T13:21:33+02:00 da Barbara Asprea

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