Novità dalla ricerca
Alcol e cuore non vanno d’accordo


Nonostante ancora resista un luogo comune che bere alcol faccia bene al cuore, una nuova ricerca presentata dalla Società europea di cardiologia sostiene che il legame tra bevande alcoliche e salute cardiaca sia in realtà sottostimato e che sarebbe importante ridurre le dosi minime di assunzione attualmente consigliate

In Italia, secondo le Linee guida di sana alimentazione del Crea  (la cui lettura è sempre utile) nella parte dedicata al consumo di alcol si consiglia innanzitutto di non bere e, nel caso, di minimizzare i rischi non superando per le donne o le persone oltre i 65 anni di età una sola unità alcolica al giorno, o due unità per gli uomini. Va detto che le unità alcoliche differiscono tra i vari Paesi, in Italia un’unità è di 12 grammi di alcol che equivale a un calice di vino da 125 ml o una lattina di birra da 330 ml. Va anche detto che questi consigli sono rivolti alle persone sane e che non hanno controindicazioni temporanee (come l'età o la gravidanza).

Questa premessa era necessaria perché si ritiene che i livelli di consumo di alcol attualmente considerati sicuri da alcuni paesi – Italia compresa? - siano associati allo sviluppo dell'insufficienza cardiaca, secondo una nuova ricerca presentata a Heart Failure 2022, il congresso di The European Society of Cardiology (ESC), ossia la Società europea di cardiologia. “Questo studio si aggiunge alle altre prove secondo le quali è necessario un approccio più cauto al consumo di alcol”, ha affermato l’autrice Bethany Wong del St. Vincent’s University Hospital di Dublino.

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Sebbene sia già noto che i forti bevitori a lungo termine possono andare incontro a un tipo di insufficienza cardiaca chiamata cardiomiopatia alcolica, l’ipotesi degli autori di questa ricerca è che anche quantità fino a ora considerate “sicure” per il cuore, in realtà non lo siano. E in effetti ci sono evidenze scientifiche provenienti dalle popolazioni asiatiche che anche quantità inferiori possano essere dannose all’apparato cardiocircolatorio. E visto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Unione Europea è la regione del mondo dove si beve più alcol, conoscere gli eventuali livelli di rischio per il cuore dovuti al consumo di alcol diventa di grande importanza. Come pure è importante l’individuazione di eventuale dosi soglia da non superare.

Lo studio in breve

Riassumendo, la ricerca ha analizzato i dati di 744 adulti di età superiore ai 40 anni a rischio di sviluppare insufficienza cardiaca per diversi fattori di rischio (quali ipertensione, diabete, obesità) o che erano in una condizione di “pre-insufficienza cardiaca” ma ancora senza sintomi. L'età media era di 66 anni e mezzo e il 53% erano donne. Lo studio ha escluso ex bevitori e i pazienti già con sintomi d’insufficienza cardiaca (ad esempio mancanza di respiro, stanchezza, ridotta capacità di fare esercizio fisico, caviglie gonfie).

Lo studio ha utilizzato la definizione irlandese delle dosi standard di bevande che considera un’unità alcolica pari a 10 grammi di alcol. I partecipanti sono stati classificati in base alla loro assunzione settimanale di alcol e divisi in quattro classi: dai non bevitori a chi assume oltre 14 unità a settimana. I ricercatori hanno quindi analizzato l'associazione tra consumo di alcol e salute del cuore in un arco di tempo di tempo di circa 5 anni e mezzo. Nel gruppo a rischio, il peggioramento della salute del cuore è stato definito come la progressione verso lo scompenso cardiaco più o meno sintomatico. Per l’altro gruppo della “pre-insufficienza cardiaca”, il peggioramento della salute del cuore è stato definito come il deterioramento delle funzioni o la progressione verso l'insufficienza cardiaca sintomatica. Le analisi sono state aggiustate per fattori che possono influenzare la struttura del cuore tra cui età, sesso, obesità, ipertensione, diabete e malattie vascolari.

Ecco come ha commentato la dottoressa Wang i risultati: “Il nostro studio suggerisce che bere più di 70 g di alcol a settimana è associato negli europei a un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o alla progressione verso l'insufficienza cardiaca sintomatica. Inoltre non abbiamo osservato alcun beneficio derivante dal basso consumo di alcol. I nostri risultati indicano che i vari Paesi dovrebbero sostenere limiti più bassi di assunzione sicura di alcol nelle persone con le suddette condizioni cardiache.”

E i consigli finali

Per ridurre al minimo il rischio che l'alcol causi danni al cuore”, conclude Wang, "se non bevete, non iniziate. Se bevete, limitate il consumo settimanale a meno di una bottiglia di vino o a meno di tre lattine e mezzo da 500 ml di birra con una gradazione alcolica 4,5%.” Da quanto detto all’inizio sulla situazione italiana, appare evidente che le dosi suggerite dallo studio irlandese siano inferiori a quelle consentite per la popolazione sana italiana e che, se si ha qualche problema di cuore, anche uno-due calici di vino o lattine di birra al giorno (equivalenti a 12 o 24 grammi di alcol) sono troppi.

 

Alcol e cuore non vanno d’accordo - Ultima modifica: 2022-06-22T12:01:17+02:00 da Barbara Asprea

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