Un sorso di kombucha
Un “fungo” millenario


Origini, proprietà ed uso del kombucha un antichissimo rimedio giapponese utilizzato per combattere le più comuni patologie e mantenere la vitalità

kombucha2Ottant’anni fa, di ritorno da un viaggio in Russia, una giapponese raccontò una storia che pare difficile da credere: aveva conosciuto un uomo dell’età di 130 anni che, presa in moglie una donna di 88, dall’incarnato roseo e fresco nonostante l’età avanzata, ne avrebbe avuto figli. Un simile miracolo pareva dovuto al kombucha, raccontò la turista giapponese, una volta tornata nel suo Paese dopo aver portato con sé un po’ del miracoloso fungo e averlo distribuito agli amici.

Di odore pungente e sapore acidulo, il kombucha è salute allo stato puro: contiene vera e propria forza vitale. Le proprietà miracolose del kombucha che, per essere precisi, non è propriamente un fungo, sono note da più di 1600 anni. Intorno all’anno 400 il medico coreano Kombu fu chiamato presso l’imperatore giapponese Inkyo che soffriva di una dolorosa infiammazione delle mucose gastriche. Kombu gli preparò il tè speciale (in giapponese cha) con una sorta di fungo. L’imperatore riacquistò la salute e da allora fu un grande sostenitore del kombucha, il tè di Kombu. In Europa il kombucha arrivò probabilmente attraverso la Russia, dove si è sempre coltivata la tradizione delle bevande fermentate. I contadini tra i quali era diffuso si resero conto ben presto che si trattava di qualcosa di più di una semplice bevanda rinfrescante. Dalla Russia questo fungo raggiunse il Baltico, la Polonia, la Cecoslovacchia e le regioni orientali della Germania, dove comparve nella trattatistica scientifica per la prima volta nel 1913, per l’esattezza su una rivista che ne presentava un esemplare proveniente da Mitau, citando il fatto che il personale di servizio della regione preparava con questo fungo una bevanda utilizzata contro diversi disturbi.

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“Fungo” dai benefici effetti

Il kombucha non è né un fungo (anche se così viene definito), né un’alga né un lichene né tanto meno una spugna: è il risultato della simbiosi tra microrganismi, acido acetico e lievito, cioè un processo di fermentazione durante il quale il lievito trasforma una parte dello zucchero in alcol e anidride carbonica, mentre i microrganismi trasformano la restante parte in cellulosa, sostanza decisiva per la crescita del kombucha. I microrganismi, inoltre, trasformano l’alcol in acido acetico e altri acidi organici i quali impediscono la proliferazione di germi patogeni nel liquido, perché solo i batteri acetici resistono agli acidi presenti nel kombucha. Si tratta, insomma, di una simbiosi perfetta nella quale i vari componenti dipendono l’uno dall’altro e non potrebbero sopravvivere autonomamente.

Preziosi componenti del kombucha

Enzimi: importanti per i processi metabolici e la digestione.

Acido glucoronico: si combina con le scorie e le tossine dell’organismo e contribuisce alla loro eliminazione attraverso il sistema linfatico. Proprietà depurative.

Acido lattico: contiene in particolare molto acido lattico destrogiro che combatte quello levogiro, responsabile della superacidificazione muscolare.

Vitamina B: tutte le vitamine del gruppo B sono importanti per il sistema nervoso, e i lieviti ne contengono in considerevole quantità.

Vitamina C: rafforza il sistema immunitario, inoltre contengono vitamine e lecitina.

Acido gluconico, acetico, tartarico, ossalico, citrico: si formano durante il processo di fermentazione e separano i lieviti dai tessuti del fungo. Grazie ad essi il kombucha rimane attivo nell’intestino.

Caffeina, alcol: presenti solo in piccole tracce, hanno un effetto stimolante e combattono la stanchezza.

Consigli d’uso

Il kombucha è indicato per la prevenzione e cura di molte malattie. Vediamo come usarlo nei più comuni disturbi.

  • Cefalea: se la causa è la tensione muscolare, l’acido lattico destrogiro può aiutare a rilassare la muscolatura. Si consiglia di bere il kombucha per sei settimane.
  • Diarrea: il kombucha fa miracoli nell’intestino, regolandone l’attività, in caso di diarrea rallenta i movimenti peristaltici e lo calma; in caso di stipsi, invece, li stimola. In ogni caso, normalizza l’attività intestinale eliminando i sintonìmi, quali che siano. C’è un’altra differenza: in caso di stipsi la bevanda fermentata deve essere assunta prima dei pasti, in caso di diarrea dopo.
  • Esaurimento: un cucchiaio al giorno di estratto di kombucha o un bicchiere grande di bevanda bastano già a mettere in moto l’organismo, a favorire un buon sonno e a migliorare l’efficienza durante il giorno. Le vitamine e i minerali presenti forniscono un po’ d’energia in più, per non parlare di quella piccola percentuale di caffeina e di alcol dotata di un leggero effetto eccitante.
  • Ipercolesterolemia: la somministrazione della bevanda di kombucha ha effetti sorprendenti nei pazienti che soffrono di “colesterolo alto”. Aiuta l’organismo a smaltire meglio il carico di grassi: si consiglia di berne un bicchiere a digiuno e uno dopo pranzo.
  • Malattie da raffreddamento: è un ottimo rimedio per combattere le malattie da raffreddamento per la sua azione sul sistema immunitario, le sue proprietà antibiotiche e il suo contenuto di vitamina C. anche in questo caso se ne devono bere tre bicchieri.
Un “fungo” millenario - Ultima modifica: 2017-03-22T10:16:57+01:00 da Sabina Tavolieri

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