È il frutto più sostenibile secondo la Fao (Food and agriculture organization), perché sopravvive anche in terreni aridi, rocciosi, con scarse precipitazioni e non ha necessità di particolari trattamenti in campo. E in più, è completamente edibile: infatti, si possono mangiare non solo i frutti ma anche i cladodi, chiamati più comunemente pale. Parliamo del ficodindia, Opuntia ficus-indica, originario del Messico e approdato in Europa intorno alla fine del 1400. In Italia è coltivato soprattutto in Sicilia, tanto che nel 2003 è stata concessa la Dop (Denominazione di origine protetta) al Ficodindia dell’Etna che, crescendo su un terreno vulcanico, ha particolari caratteristiche di gusto e aroma. “Le varietà del ficodindia che noi trattiamo”, racconta Sarah Bua, Responsabile comunicazione per O.P. La Deliziosa che tratta tipici prodotti ortofrutticoli siciliani, “sono tre. La gialla, la più diffusa, la rossa, molto apprezzata soprattutto per il suo colore sgargiante e la presenza di pochi semi, e la bianca, la più pregiata con un gusto molto dolce e delicato”.
I primi fichidindia maturano ad agosto, mentre la varietà tardiva, denominata Secondo fiore, arriva a ottobre. Quindi è disponibile dall’inizio dell’estate fino all’autunno inoltrato.
Tutti i benefici del frutto
I frutti del ficodindia sono molto ricchi di vitamina C, antiossidante e immunostimolante, vitamina A importante per la vista e la pelle, vitamine del gruppo B utili per il metabolismo in generale, e minerali come ferro, calcio, potassio, magnesio e fosforo. La polpa è molto ricca anche di antiossidanti, quali la betaina e l’indicaxantina. “Il frutto”, racconta Sarah Bua, “può essere mangiato tal quale ma anche aggiunto a insalate, abbinato a pesce o verdure cotte o fare da base per un originale risotto. Può, inoltre, essere frullato o centrifugato per ottenere bevande dissetanti, dolci e aromatiche, l’ideale per idratarsi e fare il pieno di minerali e vitamine durante i mesi estivi. Noi realizziamo un succo e polpa di ficodindia dell’Etna Dop senza zuccheri, aromi e coloranti, che contiene tutti i principi attivi del frutto ed è ovviamente disponibile anche nella stagione invernale”.
Non buttate la buccia
Il frutto, prima di essere mangiato, va sbucciato: si tagliano le due estremità, si fa un taglio longitudinale e si asporta lo spesso strato di buccia. Questa però non va eliminata, è anch’essa edibile, anzi ancora più ricca di antiossidanti, vitamine e minerali rispetto al frutto.
“Per mangiare la buccia cruda, bisogna togliere la pellicola cerosa più esterna, dello spessore di circa 1 millimetro”, spiega Sarah Bua, “oppure senza pelarla si può far bollire per 5-6 minuti in acqua con un pizzico di sale, tagliarla a striscioline e passare queste in padella con olio extravergine, cipolla, un po’ di sale, zucchero e aceto. Si ottengono così delle originali verdure ideali come contorno o per farcire hamburger veg”. Le bucce possono anche essere fritte a striscioline o impanate e trasformate in una versione vegetariana della tradizionale cotoletta.
Le pale, un vero superfood
E le sorprese di questa pianta non sono finite! I cladodi, chiamati più semplicemente pale, la parte verde della pianta, sono un vero e proprio integratore in quanto contengono mucillagini e fibre che esercitano un’azione antinfiammatoria su tutto l’apparato digerente. Trovano particolare indicazione per la cura delle gastrite, per il reflusso e tutti i disturbi legati a un’eccessiva acidità gastrica. Da diversi studi scientifici è, inoltre, stato dimostrato che le pale sono efficaci per abbassare i tassi ematici di colesterolo e rallentare l’assorbimento degli zuccheri grazie all’abbondanza di fibre. Sono anche molto ricche di vitamina C per rinforzare il sistema immunitario, vitamina A per la salute degli occhi, vitamina K indispensabile per una corretta cicatrizzazione e importanti aminoacidi.
Ma come reperire questi antichi superfood?
“Potete ordinare le pale on line”, spiega Sarah Bua, “pulirle da eventuali spine, se ancora presenti, tagliarle a tocchetti e farle bollire in acqua e un cucchiaio d’aceto di mele (per favorire la fuoriuscita del gel) per una trentina di minuti. Una volta bollite, hanno la consistenza dei fagiolini e il sapore assomiglia vagamente agli asparagi. Potete gustarle in insalata con un po’ d’olio extravergine, sale, pepe e una goccia di succo di limone, oppure passarle in padella con olio, aglio e, se gradito, un pomodoro secco. Le pale bollite, a filetti o cubetti, possono essere anche fritte e consumate come contorno.
Se volete trarne il maggior beneficio sulla salute, pulitele, frullatele insieme a limone, miele e acqua e bevete il tutto preferibilmente a stomaco vuoto per ricavarne il massimo beneficio sull’apparato digerente.”
In Sicilia si prepara la parmigiana con le pale al posto delle melanzane, un piatto decisamente particolare, tutto da provare!
Anche in versione gel
Le pale di ficodindia contengono un gel, un po’ come l’aloe, che si estrae togliendo la buccia esterna dai cladodi, tagliando a listerelle ciò che rimane, frullando e filtrando il tutto. Il materiale gelificante ottenuto può essere applicato direttamente sulla pelle per lenire infiammazioni e rossori, ma si può anche unire a yogurt e frullati che arricchisce delle sue proprietà benefiche sull’apparato digerente.
Frutto, buccia, gel, pale… di questa pianta nulla si deve buttare e le preziose sostanze accumulate per la sua sopravvivenza sono ottime anche per la nostra salute.