Si dice che dopo il boom della cucina giapponese toccherà a quella coreana con i suoi cibi fermentati. Infatti la particolarità di questo stile culinario è che si basa sulla fermentazione, come dimostra il piatto simbolo, il kimchi, preparato in vari modi con verdure fermentate e spezie.
Questa tecnica di lavorazione dei cibi è oggi una nuova moda in Occidente, perché si è scoperto che apporta grandi benefici agli alimenti. Il mondo della ristorazione ci scommette, come il famoso Noma di Copenaghen di René Redzepi che, con la fermentazione, ha segnato il trend della nuova cucina nordica e non solo. Ma ci puntano
anche le aziende, con nuovi prodotti fermentati.
Perché fa bene la fermentazione
La fermentazione è una tecnica naturale, sostenibile, che aiuta a conservare gli alimenti senza impiegare additivi ma, soprattutto, rende più digeribili i cibi, aumenta la loro capacità antiossidante e il contenuto di vitamine.
La fermentazione interessa diversi alimenti ed è comunemente applicata a prodotti deperibili, come la frutta o le verdure durante questo processo, lieviti, batteri o funghi filamentosi modificano la materia prima e le sue proprietà nutritive. E, nel prodotto ritroviamo più composti che fanno bene alla salute. Inoltre, questi microrganismi possono anche agire da probiotici, modificando favorevolmente la composizione
della microflora intestinale.
Dai semi oleosi ai cocktail
Quali alimenti si possono fermentare? Praticamente quasi tutti. Tradizionalmente lo sono pane, formaggi, birra, vino, aceto, crauti, grazie all’azione di batteri o lieviti.
Ma la ventata orientale ha portato anche miso, kimchi e umeboshi.
Koji è il nome giapponese del fungo filamentoso Aspergillus oryzae: in Giappone e in Cina lo usano da millenni per fermentare cibi e bevande, come il saké.
Oggi si può trovare il riso integrale bio con spore di koji. È ricco di ferro per cui è consigliato particolarmente a chi non consuma cibi animali.
Meritano attenzione anche le bevande: kombucha, kefir e i vari yogurt addizionati di probiotici, sono ormai conosciuti e consumati da decenni.
Ora la fermentazione ha preso piede anche nei cocktail.