Potrebbe stare tranquillamente a Londra, Parigi, New York o Singapore e invece è in una via di Firenze tanto centrale, quanto defilata dal passaggio turistico.
Stiamo parlando di un luogo che allo stesso tempo riesce ad essere un ristorante, dalla colazione al fine dining, un bistrot, un emporio, una libreria diffusa, uno store di accessori per la cucina, una boutique di fiori, una location per concerti ed eventi e un cocktail bar di livello internazionale. È La Ménagère che, durante la pausa forzata degli anni bui del covid, ha approfittato per rinnovarsi completamente.
La sua rinascita è il frutto di una lunga riflessione “a quattro mani” tra la sensibilità dell’architetto Claudio Nardi e la visione imprenditoriale di Massimo Manfredi.
L’intervento, guidato dal desiderio di abbandonare quelle formule ascrivibili allo spazio precedente, ha dato il via libera a velluti, carte da parati, cemento, ferro crudo, legno, cristallo, moquette, decorazioni geometriche, arredi di ogni epoca e di altri disegnati taylot made per dar vita a un intreccio di mondi diversi. Gli spazi si sono ampliati, fin dall’esterno con i tavolini coperti, e hanno generato un luogo di profondo, assoluto incanto. La prima sensazione che l’ospite prova varcando la soglia è una meraviglia fanciullesca: tutto, dalla mise en place, all’atmosfera che inonda ogni angolo, è come se fosse lì per esser fotografato. Immortalato nella sua stupefacente bellezza.
Il Gentlement Club
Il restyling dei nuovi spazi si basa sulla ricerca della convivialità: l’iconico Tavolo Comune del Bistro, ricavato da grandi tavole di quercia, assolve a questa funzione e diventa un set naturale su cui vivere la giornata tra un incontro tra amici e una tazza di the.
In questo rinnovo degli spazi il piano interrato ha cambiato destinazione: lo storico jazz club ricavato nelle fondamenta del locale e dedicato alla musica dal vivo si è trasformato in un Gentlement Club raccolto e ovattato con una cantina privata dedicata, una cinematografica sala biliardo, un fumoir e una cigar room dove trascorrere un dopocena in rilassante conversazione.
La proposta gastronomica
In questo restyling tout court non poteva restare indenne l’offerta gastronomica e qui si parte da una certezza: Nicholas Duonnolo, chef di talento che propone un menu a filiera cortissima (lievitati fatti in casa, erbe aromatiche in coltivazione idroponica direttamente in cucina), ispirato alle culture orientali o sudamericane ma con un occhio di riguardo per la tipicità del territorio.
La filosofia del ristorante è infatti quella di offrire cibi di altissima qualità, legati alla tradizione ma rivisitati in chiave contemporanea. Anche (e soprattutto) per questo in cucina non potevano mancare i piatti vegetariani. Tra i piatti di pesce spicca il salmone laccato in salsa teryaki, mela in salsa agrodolce, pepe nero, erbe e fiori e il tonno marinato alla maracuja con ravanelli, daikon, barbabietola e rafano.
Tra le ceviche proposte il nostro consiglio ricade su quella di orata - con patata dolce, lime, coriandolo, cipolla rossa e peperoncino aji amarillo - e di ombrina, con mais, lime e granita al mango.
Nel menu serale tra le proposte più appetitose meritano un assaggio i Ravioli di ortica e aglio orsino, ricotta piemontese ed essenza di salvia e il risotto al crescione, con scalogni glassati, arselle e limone.
Ma sono soprattutto i dessert a destare meraviglia pura, sia visiva che olfattiva. Se ci andate lasciatevi tentare dalla Gelèe di panna, fragole e rabarbaro in 3 consistenze, dal sorbetto al limone con mirtilli fermentati e semi canditi, ginger e noci di macadam e ancora dal Parfait al pop corn, ingentilito con spuma al passion fruit, caramello salato e mandorle tostate.
La carta dei vini si concentra principalmente su Toscana e Borgogna ma la cantina vanta anche un’ampia selezione di sparkling wines italiani e Champagnes.
Pranzare nel bistrot
Nel bistrò (aperto tutto il giorno, dalla colazione fino al dopo cena) oltre a caffè, centrifughe e cocktail si possono gustare decine di assaggi proposti ogni volta con nuovi accostamenti.
Fino alle 12 si può scegliere tra un vasto assortimento di torte, pancakes e uova proposte in vari modi. Dall’ora di pranzo in poi la cucina offre piatti semplici ma di carattere: si va dal risotto al formaggio Gran Peposo, con clorofilla, scalogno, pepe e peperoncino ai ravioli con farina di grano saraceno, a base di melanzane, robiola, capuliato e fiori e cime di rapa, scalogni glassati e salsa di patate e caffè. Merita sicuramente un assaggio (e anche di più) il trancio di ombrina marinato e fritto con pesto di pinoli, riduzione di amaro, packchoi e ravanelli marinati.
E poi ancora ceviche, insalate e poke decisamente originali. Oltre a questi piatti, che si ritrovano anche nel menu ristorante ma in una formula più ampliata, si può trovare anche la carta delle ostriche proposte di diversi tipi e in diverse preparazioni e una vasta scelta dei formaggi.
Cocktail d’autore e tapas al bancone
Anche sul bar La Ménagère non lesina in sorprese e conferma Firenze come una delle grandi capitali del cocktail. Alla guida del bancone c’è Luca Cinalli, uno dei nomi più rinomati al punto di guadagnarsi la stima della Bar Industry internazionale durante i suoi molti anni in giro per il mondo.
Nella cocktail list il barmanager propone un mix di cosmopolitismo e amore per la liquoristica nostrana, come dimostra il Carribbean Colony (base gin e cedro, lime e pompelmo) o il Cereise Spritz (Sakura Mancino con prosecco, liquore alla ciliegia, pompelmo rosa). Non mancano le prove di bravura tecniche come il Misture all’arachide (con burro di arachidi, pompelmo rosa, miele d’acacia, lillet, uva, Talisker, J Walker Black Label, amaro angostura, jelly).
I cocktail vengono proposti in abbinamento a una selezione di tapas che vantano un apposito menù: numerosi sandwich (da provare quello di pane soffiato con spuma di pecorino e maggiorana), e piatti di pesce (come il baccalà o il polpo allo spiedo).
La Ménagère
Via de’Ginori 8/R, Firenze
Tel. 0550750600