L'editoriale del direttore
ASCOLTA IL TUO CORPO

Quattro parole che abbiamo letto, scritto e ripetuto così tante volte che ormai ci fanno l’effetto del ronzio del frigorifero.
Allora proviamo a prenderle sul serio per un attimo.
Quante volte non abbiamo fame, o ne abbiamo davvero poca, ma mangiamo lo stesso?
Ecco, questo è già non ascoltare.
Ma chi dovremmo ascoltare, esattamente? Il nostro corpo siamo noi, no? Non proprio, o meglio, se non siete ancora ascesi alla quinta dimensione, quello che state facendo
è parlare da soli con il vostro cervello.
Siamo qui in alto, nella testa, e possiamo allegramente ignorare quello che succede giù nel corpo, a meno che mandi un segnale molto preciso. Non lo ignoriamo quando
sbattiamo un dito del piede contro un comodino: lì ci mette accartocciati sul pavimento a ululare. Ecco, questo è lui. Può metterci in ginocchio quando vuole, e non ascoltarlo
non è una strategia vincente.
È un coinquilino paziente, il nostro corpo, e mentre silenziosamente gestisce 37 trilioni di cellule ci lascia sbagliare per anni, cercando di adeguarsi alle nostre brillantissime idee. Fino a quando all’improvviso arriva con il “te l’avevo detto”, cioè con un mal di stomaco che diventa cronico, un gonfiore, una nebbia mentale che non se ne va.
Ora, lasciando per un attimo da parte il dualismo mente-corpo di Cartesio (anche perché probabilmente lui non doveva fare i conti con il glutine), la verità è che ognuno di noi è unico: DNA diverso, microbiota diverso, nonna che cucinava diverso, stress diverso. Quello che per il nostro collega è una cacio e pepe paradisiaca, per noi può essere una dichiarazione di guerra intestinale.
Gli esami spesso non bastano: sensibilità e intolleranze sono subdole, difficili da immortalare su un referto. Esito: “tutto a posto”: ma il corpo non lo è. Per questo il primo, vero, medico di noi stessi siamo noi. Imparare a riconoscere i segnali – la stanchezza che arriva dopo certi cibi, l’energia che invece rimane stabile dopo altri, il sonno che finalmente è profondo – è il gesto di cura più potente che possiamo fare.
E la bella notizia, quella che i nostri medici e nutrizionisti affermano su queste pagine, è che quasi sempre la strada è reversibile. Il corpo non è un conto alla rovescia: è un sistema vivo che impara, si ripara, si rigenera. Leggendo, osservando, provando su di sé, aumenta la nostra capacità di capire davvero cosa ci fa bene e cosa no. E quando capiamo, cambiamo. E quando cambiamo, guariamo.
Quindi sì: facciamo del 2026 l’anno in cui la smettiamo di trattare il corpo come un elettrodomestico e iniziamo ad annotare cosa ci dice. E noi, da queste pagine, continuiamo a dare qualche strumento per capire meglio cosa sta dicendo.
Buon inizio 2026
Cucina Naturale di gennaio 2026 è disponibile in edicola dal 29 dicembre (a 3,90 euro) o in abbonamento nella tradizionale versione cartacea, oppure nella versione digitale, per una comoda e immediata lettura e archiviazione su supporti digitali.




