L'editoriale del direttore
ZERO RINUNCE
In un momento della storia umana in cui non esisteva né la carta né il sapone, decine di filosofi greci avevano già ipotizzato la realtà virtuale, l’AI e l’infelicità di una vita basata su rinunce illusorie.
Tra parentesi, osservare questi grandi pensatori vestiti con tuniche e sandali molto ventilati ipotizzare come funzionasse il cervello senza disporre di tecnologie, conoscenze scientifiche, o del bagno in casa, e infine arrivare a conclusioni di una bellezza e di una profondità abissale è sempre stato per me poesia.
Durante questa passione adolescenziale per lo studio dei filosofi che si avvicendano in una sorta di albero genealogico di maestri e discepoli, ad un certo punto appare Epicuro che ci consegna il tetrafarmaco: la soluzione last minute per la felicità. E allora fermi tutti.
La medicina per ogni cosa? La filosofia: quattro principi per raggiungere la felicità, tra cui il più famoso “non temere la morte perché quando c’è lei, non ci sei tu. Quando ci sei tu, non c’è lei”. Bene grazie Epicuro, abbiamo capito che sei indiscutibilmente greco, ma poi? E poi la felicità è un affare semplice: basta nutrirsi di piaceri stabili.
Con altrettanta logicità greca suddivide i bisogni umani in Stabili, cioè naturali (mangiare, bere, amare, avere casa e sicurezza, scambiare pensieri tra amici, passare tempo piacevole in famiglia, avere pace) e Cinetici, cioè instabili e non necessari (il nuovo telefono, il frigo che parla, centomila followers, il cappottino Chanel per il cane).
Soddisfacendo i nostri bisogni naturali abbiamo tutto. Per tutti gli altri, difficili da ottenere, rischiamo di scambiare il “desiderio irrealizzato di ciò che non serve” per “rinuncia”. I bisogni cinetici sono considerati insaziabili quindi instabili, che non portano ad alcuna felicità, ma solo a piaceri illusori temporanei.
Questa filosofia di 2300 anni fa non è poi così vecchia. Riusciamo sempre meno a goderci i piaceri naturali come una cena, la voce di chi ci dice “è pronto!”, il sapore di un’arancia, banalizzati dalla loro accessibilità quotidiana. Sembra che nulla di semplice riesca più a darci una soddisfazione completa. Anche il cibo oggi ha raggiunto sofisticazioni impensate, e chi ha qualche intolleranza o ha scelto un’alimentazione del tutto vegetale non deve più sacrificare il gusto.
Ma se ci pensiamo, nelle preparazioni dei cibi meno manipolati e più naturali c’è tutto; qui troviamo sapori e connessioni che ci nutrono più di quanto qualsiasi accessorio di lusso potrà mai fare.
Morale epicurea: zero rinunce per i piaceri naturali, sono quelli che portano alla felicità autentica.
Chiara Fumagalli
Cucina Naturale di novembre è disponibile in edicola dal 27 ottobre (a 3,90 euro) o in abbonamento nella tradizionale versione cartacea, oppure nella versione digitale, per una comoda e immediata lettura e archiviazione su supporti digitali.






















