Chissà quante volte andando al mare le avete incontrate sulla vostra strada, magari senza notarle, oppure guardandole di sfuggita. Sono piante spontanee spesso bellissime, molto forti e coraggiose, che hanno imparato a vivere in un ambiente difficile come la riva del mare, normalmente battuta dal vento, dal sole e dal salmastro. Quest’anno dedicate qualche minuto ad osservarle. E se qualcuna vi ruba il cuore provate a coltivarle anche a casa, per un souvenir delle vacanze davvero speciale
Finocchio marittimo
Il Crithmum maritimum cresce proprio in riva al mare in mezzo ai sassi e agli scogli, resistendo al salmastro, ai venti e al sole impietoso. È molto decorativo con le sue foglie succulente e l’infiorescenza a ombrello. È delicatamente profumato, naturalmente l’aroma è quello del finocchio, anche se appartengono a 2 specie diverse. C’è chi lo coltiva nei giardini e negli orti del litorale, perché è anche commestibile. Il sapore è un mix di finocchio, aneto, sedano e leggermente piccante. Una volta se ne facevano conserve o lo si mangiava crudo in insalata.
Se volete provare a coltivarlo prendetene un rametto (è una pianta che non rischia l’estinzione), fatelo appassire per un giorno o due e poi mettetelo in un vaso con del terriccio per piante grasse. Spruzzate d’acqua il terreno tutte le mattine fino a che non avrà radicato.
Giglio di mare
È davvero un tipo da spiaggia, perché cresce proprio in mezzo alla sabbia, e chi lo vede non può non ricordarselo. Il Pancratium maritimum ama sorprenderci sbucando in mezzo alle dune da luglio a ottobre ed ha anche un delizioso profumo di giglio particolarmente intenso la sera e la notte. È una bulbosa, ma è vietato cogliere sia i fiori che i bulbi, per non rovinare la magia delle spiagge che li ospitano. Fortunatamente esistono vivai che vendono i bulbi. Li trovate nelle zone costiere e online. Così chi vuole può provare a coltivarli anche a casa. Ovviamente la pianura padana o l’appennino non sono certo l’habitat ideale ma chi ha una casa al mare, può tentare l’esperimento. Naturalmente serve un terreno molto drenante, tipo quello da piante grasse o da agrumi e vanno messi rigorosamente in pieno sole bagnandoli pochissimo.
Fico di mare o fico degli ottentotti
Non è una pianta mediterranea, ma ormai si è naturalizzata su gran parte delle nostre coste, dove è stata introdotta per stabilizzare le dune di sabbia. Da lì è dilagata senza trovare ostacoli, diventando una specie invasiva che sta togliendo spazio ad altre specie per esempio i gigli di mare. È diventata invasiva grazie anche alla sua bellezza, sono in molti a ripiantarla, perché maggio ad agosto produce grandi fiori gialli, fucsia o bianchi. Si riconosce per le foglie succulente lunghe, strette e a sezione triangolare. È anche commestibile, del Carpobrotus edulis si mangiano le foglie scottate e messe sottaceto, o i frutti aciduli che maturano alla fine dell'estate. Essendo una pianta invasiva se ne può cogliere a volontà ed è facilissima da moltiplicare. Basta staccare un rametto, farlo asciugare per un giorno o due e metterlo in un terreno sabbioso. Attecchisce molto facilmente. Il consiglio è quello di coltivarlo in vaso e non nelle zone di mare per non contribuire alla sua diffusione.
Elicriso
In Francia lo chiamano l'immortale perché resiste molto bene alle avversità e alla siccità, ma il suo nome è elicriso italico (Helichrysum italicum). E infatti si trova un po’ su tutte le nostre coste. È un piccolo arbusto che cresce anche spontaneo dal profumo inconfondibile, non a caso il nome popolare è falsa liquirizia. Se lo volete coltivare non coglietelo, meglio non andare a intaccare il suo ecosistema, lo trovate ormai in moltissimi vivai. È molto richiesto perché risponde ai requisiti del giardinaggio contemporaneo che privilegia le specie a bassa manutenzione e a basso consumo d'acqua. È molto decorativo con le foglie grigie e i fiori gialli, in più è una pianta multitasking: c’è chi lo usa come spezia in cucina e chi ne fa degli oleoliti per goderne le proprietà anti age. La coltivazione è facilissima: sole pieno, terreno molto drenante e poca acqua. Non temete di maltrattarla, la chiamano immortale proprio perché resiste a quasi tutto. Perfino al freddo del Nord se le gelate non sono continue.