Questa la posizione presentata al Convegno sul “Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari coordinamento, ricerca e innovazione”, dal “Tavolo contro i pesticidi” cui aderiscono 16 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica
Nei giorni scorsi si è svolto presso il CNR il convegno sul “Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari coordinamento, ricerca e innovazione”, al quale hanno partecipano rappresentati dei ministeri dell’ambiente, delle politiche agricole e della salute. Ne da notizia un articolo di Greenreport. In quella occasione il “Tavolo contro i pesticidi”, di cui fanno parte 16 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica, ha sottolineato che «Nel 2013 l’agricoltura convenzionale ha perso il 4% di occupazione e di reddito aziendale. Nello stesso periodo, secondo i dati del rapporto INEA sullo stato dell’agricoltura presentato alla fine del 2014, sono aumentati drammaticamente i costi di produzione per l’uso di concimi (+8,8%) e pesticidi (+2,3%). La chimica non aiuta il reddito degli agricoltori ma il governo italiano si limita a programmare un ‘uso sostenibile’ dei pesticidi invece che puntare sull’alternativa biologica».
Il ministero dell’ambiente assicura che «Il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari attribuisce particolare rilevanza alla ricerca e all’innovazione, elementi fondamentali per l’individuazione e la diffusione di approcci a minor impatto per produttori, consumatori e ambiente. Al fine di garantire soluzioni innovative e coerenti con gli obiettivi, il PAN prevede lo sviluppo di una rete di collegamento tra le iniziative di ricerca in atto e l’attivazione di possibili nuovi progetti, anche attraverso la valorizzazione di strumenti già esistenti (piattaforme tecnologiche, reti di ricerca, sistemi informativi, ecc..)».
Ma la portavoce del Tavolo delle associazioni, Maria Grazia Mammuccini, non è affatto convinta dell’approccio ministeriale al tema e ha detto che «L’attuale impostazione del Piano di Azione Nazionale consente ai Programmi di Sviluppo Rurale di considerare sullo stesso piano l’agricoltura biologica, quella integrata e altri metodi come quello conservativo, che fanno uso di prodotti chimici di sintesi. Insomma si investono soldi pubblici per finanziare pratiche che fanno uso massiccio di pesticidi probabilmente cancerogeni per l’uomo, come il glifosato. Un’azione inammissibile. Così rischiamo che non ci sia nessuna risorsa a disposizione per sostenere la conversione verso il biologico e il biodinamico che non fanno uso di pesticidi, aumentano il reddito degli agricoltori e creano maggiore occupazione per i giovani».