"È stata persa un'opportunità, perché il tessile biologico, come sta accadendo nel settore agroalimentare, può trarre grandi benefici da una regolamentazione comunitaria", così ha commentato il CCPB
La Direzione Generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione in questi mesi ha lavorato per una revisione, e un miglioramento, del Regolamento sull'agricoltura biologica. Molti operatori del settore tessile, tra cui gli organismi di certificazione come il CCPB (che ha dato la notizia), avevano chiesto una inclusione del tessile che potesse regolare al meglio un mercato che "rischia di esser percepito come confuso dai consumatori e dove sono numerosi i casi di greenwashing: se non c'è una definizione chiara di cosa è tessile biologico, ognuno può proporre una propria definizione, e la qualità del prodotto si abbassa". Ma la Commissione ha ritenuto che "l'agricoltura biologica deve rimanere focalizzata sulla produzione alimentare".
Solo che, come ricorda Fabrizio Piva, consigliere delegato del CCPB, "le materie prime con cui sono fabbricati i prodotti tessili sono di origine agricola e zootecnica. Per questo collegare la biologicità delle materie prime alla possibilità di definire come biologici i prodotti tessili è un passaggio fondamentale per sviluppare le filiere dell'agricoltura biologica che per il pubblico dei consumatori non possono rimanere confinate esclusivamente all'agroalimentare".