L'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) Nord Est, insieme ai Carabinieri del nucleo Tutela Agroalimentare di Parma affiancati dai comandi locali, hanno portato a termine – informa un articolo del SINAB - una rilevante operazione che ha portato all'interruzione di una frode di false produzioni bio e all'arresto di 4 persone.
Secondo gli inquirenti, le aziende - tutte formalmente biologiche a livello produttivo - avrebbero utilizzato diversi mezzi tecnici non ammessi, come erbicidi e fertilizzanti di sintesi. Il gruppo coinvolto, di rilevanza nazionale nella produzione e commercializzazione di prodotti bio, ha la sua sede principale nel veronese e conta circa 1.000 ettari di superficie in Italia e 10.000 in altri Stati (principalmente Romania).
"Il nostro Paese è tra i leader europei del settore - commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen. Gian Marco Centinaio - e sono sempre di più le persone che scelgono i prodotti biologici nelle loro case. E' fondamentale quindi tutelare un comparto in continua crescita. Siamo al fianco delle imprese oneste e dei consumatori con controlli serrati. Questa operazione è un altro tassello che si aggiunge al grande lavoro quotidiano dagli ispettori dell'Icqrf e dei Carabinieri del nucleo tutela agroalimentare. Continuiamo su questa strada e non abbassiamo la guardia."
“Già dal 2017 FederBio – ha dichiarato Paolo Carnemolla, presidente della Federazione - ha chiesto di fare chiarezza sulle vicende che sono state oggetto delle indagini della Procura di Verona, allertando il mercato affinché sui prodotti del gruppo veronese coinvolto nell’indagine vi fosse la massima attenzione e cautela. Anche grazie alle nostre sollecitazioni, le certificazioni delle aziende in questione erano state finalmente sospese nei mesi scorsi, in attesa che le indagini facessero il loro corso. Come sempre, siamo a fianco della Magistratura e delle forze di polizia giudiziaria, il cui intervento è fondamentale per tutelare anzitutto la maggioranza di imprese oneste del biologico italiano, oltre che i consumatori. Come chiediamo da mesi, ora è ancor più necessario vigilare affinché la quantità di prodotto che il gruppo di aziende veronesi immetteva nel mercato del biologico nazionale non venga sostituita da prodotto estero o con ancora maggiori rischi di frode. Anche per questo lo scorso settembre a SANA abbiamo presentato una nuova piattaforma di tracciabilità per le filiere biologiche e con alcune importanti aziende del settore avviato contatti per dare al comparto in cui operava il gruppo veronese una nuova prospettiva di massima trasparenza e legalità”, precisa.