Falsa soia biologica dall'Est Europa venduta in Italia nonostante avesse il doppio degli organismi geneticamente modificati rispetto al limite consentito
È stato reso noto oggi un maxi sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di Ravenna di soia “finta bio” importata in Italia. La granella si è rivelata fuori legge perché, alle analisi, ha mostrato un residuo di soia OGM doppio rispetto ai limiti imposti dall’Unione europea sui prodotti certificati biologici. Le produzioni agricole biologiche, infatti, non possono essere geneticamente modificate per definizione, anche se la legge ammette residui minimi di OGM come eventuale contaminazione ambientale.
Si tratta di un quantitativo ingente: 1.700 tonnellate, di cui 500 sequestrate nel porto di Ravenna e altre 1.200 presso grossisti di diverse città italiane.
Federbio, la federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, evidenzia la necessità di tenere alta la guardia per prevenire, isolare e punire i comportamenti in violazione della legislazione vigente."I prodotti sequestrati oggi dalla Guardia di Finanza di Ravenna erano già stati fermati dagli organismi di controllo autorizzati, impegnati da mesi in un'opera straordinaria di verifica sui prodotti importati. La Federazione è già parte civile nel processo iniziato a Verona contro i responsabili di altre frodi– sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio. Mentre Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB, Associazione italiana agricoltura biologica, dichiara in un comunicato: “Seguiamo con attenzione gli sviluppi dell'operazione partita dal porto di Ravenna. Le truffe e le contraffazioni delle certificazioni biologiche danneggiano innanzitutto i produttori onesti e i cittadini/consumatori. Dalle notizie al momento disponibili il fenomeno sembra circoscritto a partite di soia importata dall'Est Europa accompagnata da false certificazioni biologiche. Le aziende agricole italiane, quindi, risultano essere scevre da responsabilità ed essere casomai vittime di queste frodi, facilitate dagli appetiti speculativi determinati dalla crescita del mercato e dell'import biologici. È infatti evidente che l'espansione continua dei consumi e le grande vitalità del settore attirano gli interessi della speculazione e della criminalità. Non possiamo quindi che plaudere all'azione della Guardia di Finanza di Ravenna”.