E’ il titolo di un’iniziativa promossa dal movimento “Genuino clandestino” che si svolgerà a Roma dal 16 al 18 maggio. Fra i punti in discussione l’accesso alle terre pubbliche e il ritorno a un’agricoltura contadina senza etichette
Si definiscono un movimento per l’autodeterminazione alimentare, dicono no agli ogm e alle grandi industrie alimentari per sostenere e diffondere un tipo di economia contadina e rurale che “tutela la salute della terra, dell’ambiente e degli esseri viventi”. Si chiama “Genuino clandestino” il movimento simbolo dei campesinos italiani, nato a Bologna nel 2010 come campagna di comunicazione per denunciare un insieme di norme ritenute ingiuste sulle etichettature, ma che via via si è trasformato in un movimento sempre più ampio che ormai ha raggiunto una diffusione a livello nazionale. Il prossimo 16 maggio sarà a Roma per una tre giorni dal titolo “Mangiare nella crisi”, e che vedrà riunirsi tutte le associazioni che ne fanno parte per riflettere su come ripensare il lavoro e il consumo, in un momento difficile di recessione economica. Ne dà notizia un articolo del Redattore sociale.
La loro ricetta anticrisi è semplice: tornare a un’agricoltura contadina, dove il produttore sia parte integrante della filiera e dove, soprattutto, la terra venga considerata come un bene comune, in cui creare comunità o meglio “resistenze contadine”. In questo contesto rientra anche la battaglia per rivendicare l’accesso alle terre pubbliche abbandonate, da riqualificare con progetti di agricoltura sociale.
Nella tre giorni a Roma si parlerà di certificazione partecipata, di sinergia tra lotte nelle campagne e nelle città, di lavoro bracciantile e sfruttamento agricolo.