La legge è motivata dal fatto che gli OGM comportano dei rischi potenziali per la salute, la sicurezza, l’ambiente e l’agricoltura. Si annunciano iniziative dell’industria agroalimentare per fare revocare il provvedimento
Dal 1° luglio 2016, nel Vermont gli alimenti contenenti ingredienti geneticamente modificati in quantità superiore allo 0,9% del peso totale del prodotto avranno l’indicazione in etichetta e non potranno definirsi “naturali”. Lo stabilisce una legge appena approvata con 114 voti a favore e 30 contro, che fa del Vermont il primo tra gli Stati Uniti d’America ad adottare questa misura. Ne dà notizia un articolo de “Il fatto naturale”. http://www.ilfattoalimentare.it/vermont-e-ogm-etichetta.html
Nella relazione che accompagna la normativa del Vermont si spiega che l’obbligo di etichettatura è motivato dal fatto che gli OGM pongono dei rischi potenziali per la salute, la sicurezza, l’ambiente e l’agricoltura, dal momento che non c’è consenso scientifico sulla loro innocuità e che i loro effetti non sono mai stati oggetto di uno studio epidemiologico a lungo termine.
La legge del Vermont prevede la costituzione di un fondo fino a 1,5 milioni di dollari, a cui i cittadini possono contribuire volontariamente, per sostenere le spese della controversia legale che nascerà dal probabile ricorso in tribunale dell’industria, secondo la quale la Food and Drug Administration (FDA) è l’unica autorità competente a stabilire se un ingrediente geneticamente modificato può essere dannoso per la salute e se debba essere indicato in etichetta. L’industria chiede anche una legge federale, che vieti ai singoli Stati di legiferare in materia.