Lo stabilisce un decreto legge che prevede pene da sei mesi a tre anni di reclusione e una multa da 10 a 30 mila euro
Chi semina e coltiva OGM in campo – informa un comunicato stampa dell’Aiab - rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa da 10.000 a 30.000 euro, oltre a dover rimuovere a proprie spese le coltivazioni geneticamente modificate e a dover affrontare possibili riparazioni, ad esempio a risarcimento del danno apportato dalla contaminazione dei campi biologici vicini. A prevederlo è l’articolo 4 comma 8 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 .
“E’ una grande vittoria del buon senso, della legalità e del made in Italy di qualità, quello che sta aiutando il paese anche dal punto di vista dell’export in un momento di grave difficoltà”, ha dichiarato il presidente di Aiab Vincenzo Vizioli. “Speriamo che fermi alcune derive falsamente scientifiche che si stanno affermando nel Paese anche grazie all’intervento di nomi della ricerca italiana che si lanciano in commenti poco azzeccati su una presunta e falsa convenienza della scelta Ogm per un sistema produttivo come quello italiano, che non ha nulla da guadagnare dall’abbassare la qualità”.
Anche il Movimento Consumatori ha accolto con favore l'introduzione di questo reato nell'ordinamento italiano. Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, ha dichiarato che si tratta del segno inequivocabile che l'Italia sugli Ogm ha le idee chiare. "Siamo soddisfatti" – ha affermato Mostaccio – "di questa decisione del Governo, espressa con l'art. 4 comma 8 del decreto legge n. 91, di introdurre nel nostro ordinamento un apposito reato penale per punire coloro che violino il divieto di coltivare Ogm nel nostro Paese. E' il risultato anche delle ripetute e fondate richieste da parte della task force per un'Italia libera da Ogm cui la nostra associazione".
"La disposizione contenuta nel decreto legge" ha commentato a sua volta la Coldiretti
"chiude finalmente il cerchio intorno ad una vicenda allarmante che tante preoccupazioni ha sollevato negli ultimi tempi tra i numerosi agricoltori contrari agli Ogm: si tratta di un risultato importante, che si aggiunge a quelli conseguiti di recente nelle aule giudiziarie davanti al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato. E anche in quelle occasioni Coldiretti c'era, insieme con altre organizzazioni della Task force per un'Italia libera da Ogm, per difendere le produzioni agroalimentari tipiche italiane".