La proposta di un progetto agro-ecologico per l’agricoltura francese – commenta Federbio - è un esempio che anche la politica italiana deve seguire per ridare credibilità alla spesa pubblica in agricoltura, per tutelare l’ambiente e la salute
Il ministro dell'Agricoltura francese Stephan Le Foll ha presentato una comunicazione su un "progetto agro-ecologico" per la Francia, che parte dalla necessità di avviare cambiamenti nei modelli di produzione per coniugare efficienza economica e ambientale. Il progetto prevede nuovi piani operativi e l’elaborazione di due piani già esistenti.
In particolare: piano "energia, biogas, autonomia, azoto", che consentirà di attuare una gestione globale dell'azoto sui territori e di valorizzare l'azoto organico presente nei reflui zootecnici; un piano "proteine vegetali" che verrà promosso per contribuire all'autonomia delle aziende agricole foraggere; un programma nazionale "obiettivo bio 2017" volto a raddoppiare le aree biologiche entro il 2017; un piano per incrementare la produzione apistica; un piano per fissare degli obiettivi di diminuzione dell'utilizzo dei pesticidi.
“La proposta di un progetto agro-ecologico per l’agricoltura francese, una delle più forti in Europa, è un esempio che anche la politica italiana deve seguire per ridare credibilità alla spesa pubblica in agricoltura, per tutelare l’ambiente e la salute e nel contempo per delineare un futuro sostenibile anche per i giovani agricoltori. – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio. - La proposta di raddoppiare le superfici coltivate a biologico attraverso un piano di conversione dell’agricoltura convenzionale, sostenuto dalle risorse della prossima programmazione della PAC, è la stessa che da tempo FederBio e tutte le organizzazioni del mondo ambientalista hanno rivolto al Governo italiano e alle forze politiche anche nella recente campagna elettorale. Forse proprio un Parlamento in cui sono necessarie alleanze trasversali su grandi temi e composto in parte così significativa da giovani e donne, nel quale conteranno meno le solite, vecchie lobby agricole e industriali, è il contesto ideale per tornare a progettare un futuro per il Paese e la nostra agricoltura”.