I rischi connessi all’uso dei pesticidi in agricoltura. Prima di tutto per i bambini


Se n’è discusso in un convegno promosso dal gruppo Genitori della Scuola dell’Infanzia di San Giacomo, a Vittorio Veneto, che da alcuni mesi si oppongono all’uso dei pesticidi nella conduzione di un vigneto impiantato vicino alla scuola. Un primo risultato di questa mobilitazione è stato un’ordinanza del Comune di Vittorio Veneto che ha stabilito che il nuovo impianto dovrà essere coltivato seguendo le regole del metodo biologico

“Il cervello dei bambini è nelle nostre mani”. E’ questa – si legge in un articolo di “Oggi Treviso” - la frase risuonata come un monito la sera del 17 aprile, all’interno del nuovo Palafenderl a Vittorio Veneto, dove si è tenuto il convegno “E_VITI_AMO. Per una viticoltura che rispetti la vita”, organizzato dal gruppo genitori della Scuola dell’Infanzia di San Giacomo.

Presenti in sala 200 persone, che hanno ascoltato, a tratti col fiato sospeso, l’intervento della dottoressa Patrizia Gentilini, medico oncologo di Isde Italia – Medici per l’Ambiente, che ha spiegato quanto possano essere devastanti gli effetti dei pesticidi sulla salute dell’uomo, soprattutto di bambini e donne in gravidanza, e dell’ambiente.

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“L’agricoltura industriale ha cambiato il nostro paesaggio e mina la nostra salute. Secondo l’OMS il 26% delle malattie degli adulti e oltre il 35% di quelle dei bambini sono attribuibili a fattori ambientali evitabili. Il forte aumento dei tumori nei bambini non può dipendere dallo stile di vita” ha sottolineato la dottoressa Gentilini, ricordando che il record in Europa spetta, tristemente, all’Italia.

Come ha spiegato Gentilini, oltre ai tumori soprattutto del sangue, gli ormai numerosissimi studi in materia dimostrano una forte correlazione tra varie patologie, quali infertilità, diabete, malattie metaboliche e degenerative, autismo, e pesticidi, che risultano essere degli interferenti endocrini. Il loro pesante uso negli ultimi anni - è stato sottolineato durante il convegno - ha determinato nei bambini un aumento di deficit cognitivi, comportamentali, sensoriali e motori, ed una riduzione del quoziente intellettivo, facendo crescere anche il numero di casi di malformazioni e di morte del feto e di basso peso alla nascita.

“Per questo bisogna proteggere i bambini fin da quando si trovano nell’utero della madre – ha confermato l’oncologa dell’Isde – soprattutto attraverso un’alimentazione biologica, che si raggiunge solo seguendo un nuovo concetto di agricoltura, che tenga conto anche dell’ambiente e della biodiversità. Abbiamo diritto tutti ad un cibo sano, ma dobbiamo essere noi a riprendere in mano le redini della nostra vita e di quella dei nostri figli”.

Invito lanciato anche dall’ex campione di ciclismo Marzio Bruseghin, presente in sala in qualità di fondatore del Consorzio #Bio insieme a Sarah Dei Tos, e di produttore vitivinicolo biodinamico: “Il primo passo deve essere fatto da noi consumatori - ha spiegato – se noi chiediamo cibo biologico anche l’offerta di prodotti biologici aumenterà. Coltivare con metodi biodinamici è difficile, faticoso, ma possibile ed il vino prodotto ne guadagna in sapore ed in salute”. Una testimonianza in questo senso è arrivata anche da Maurizio Donadi, titolare dell’azienda vitivinicola “Casa Belfi” di San Polo di Piave, socio Vinnatur con certificazione Demeter.

“Coltivazioni biologiche e biodinamiche si possono fare anche da noi, ma bisogna vedere la vite non come una pianta che deve produrre vino, ma che deve avere una sua riproduzione - ha affermato Donadi -. Dando fertilità al suolo si nutre anche la pianta, riducendo o azzerando i trattamenti con rame e zolfo, ed usando meno sostanze artificiali nel vino, che va lasciato maturare con pazienza. In questo modo si otterranno vini sani e di lunga durata”.

E proprio di resistenze sociali, politiche ed agronomiche ha parlato Sarah Dei Tos, titolare de “La Vigna di Sarah, che ha evidenziato che “il biologico, soprattutto se si parla di Prosecco, trova ancora molte resistenze in campo politico ed agronomico ed è per questo che abbiamo pensato di fondare il Consorzio #Bio, per creare occasioni di scambio di informazioni tra le varie realtà biologiche e biodinamiche locali”.

E la politica è stata chiamata a responsabilizzarsi anche dall’avvocato Elena Mitzman, relatrice della serata, che nel suo intervento ha sottolineato come nella legislazione in materia vi siano stratificazioni tra normative europee, statali, regionali e locali, che producono però lacune che alla fine spetta ai Comuni colmare.

“I vari regolamenti comunali si dividono in due visioni: alcuni credono che attività agricole convenzionali debbano essere separate dalle zone residenziali - ha spiegato - altri, come il Comune di Vittorio Veneto, cercano di mediare le due esigenze adottando distanze e fasce di rispetto per l’utilizzo di prodotti fitosanitari. Forse si potrebbe fare di più, seguendo il principio di precauzione, che lascia alle comunità locali decidere qual è il livello di rischio che siano disposte ad accettare e quali norme giuridiche si possano adottare”.

 

I rischi connessi all’uso dei pesticidi in agricoltura. Prima di tutto per i bambini - Ultima modifica: 2019-04-24T13:28:56+02:00 da Franco Travaglini

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