Formazione in agricoltura biologica per i detenuti del carcere di Bologna


Si tratta del progetto “Semi di libertà” che nasce grazie alla collaborazione fra Comune e vari enti

Nuove opportunità per i detenuti della casa circondariale di Bologna col progetto 'Semi di libertà', che prevede il recupero della serra del carcere per la formazione professionale sull'agricoltura biologica e urbana rivolta ai detenuti, affidata a Cefal ((Società Cooperativa Europea Formazione Aggiornamento Lavoratori) in collaborazione con alcuni docenti della Scuola di Agraria. Ne da notizia una nota dell’agenzia Ansa.
Inoltre è previsto l'avvio dell'attività di impresa all'interno della quale occupare i detenuti, a cura della cooperativa Pictor, per la produzione agricola di piante tradizionali e aromatiche destinata al consumo interno ed alla vendita sul mercato. Tutte le coltivazioni avranno certificazione biologica.
 Verrà inoltre costruito un impianto fotovoltaico per garantire la massima autonomia dal punto di vista energetico dell'ambiente destinato a vivaio. La convenzione quadro è stata siglata tra Comune, Casa Circondariale Dozza, Università di Bologna, associazione Il Poggeschi per il carcere, Cefal, cooperativa sociale Pictor e associazione Streccapogn.

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Formazione in agricoltura biologica per i detenuti del carcere di Bologna - Ultima modifica: 2016-04-21T00:00:00+02:00 da Redazione

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