E’ la tesi di un articolo comparso nei giorni scorsi sul quotidiano la Repubblica nel quale, citando ricerche statunitensi, si sostiene che non vale la pena spendere più soldi per dare ai bambini cibi biologici perché non sarebbero né più sicuri né di migliore qualità. Il commento di AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica
La ricerca da cui prende lo spunto l’articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica è nota da alcuni mesi ed è stata ampiamente riportata e commentata (anche da Cucina Naturale, nel numero di gennaio di quest'anno). In poche parole l’articolo sostiene che non vale la pena spendere più soldi per dare ai bambini cibi biologici perché non sarebbero né più sicuri né di migliore qualità. In particolare, i residui di pesticidi non sarebbero più un problema perché oramai quasi sempre nei limiti previsti dalla legge.
Ecco in proposito il commento dell’Aiab Associazione Italiana Agricoltura Biologica:
“Ciò che il biologico sostiene, da sempre, - si legge in un comunicato dell’Associazione - non è solo che la chimica fa male nel piatto, nell'aria, nell'acqua, mentre il metodo biologico fa bene a chi lo pratica e ai consumatori, perché la buona agronomia difende le risorse naturali e garantisce prodotti buoni e sani. Che la chimica faccia male è sapere comune di chi ha voglia di studiare e leggere la bibliografia scientifica: un solo esempio sono gli studi epidemiologici di Curl et al., che dimostrano come nei bambini l'uso di prodotti bio si manifesta nell'immediata scomparsa dei residui di pesticidi nelle urine. E' sapere comune anche il fatto che la valutazione dei pesticidi e la loro autorizzazione si basa solo sulla tossicità acuta, non su quella cronica e ancora meno sull'effetto dei multiresiduo. Ma una visione riduzionistica dell'agricoltura e dell'uso della chimica è funzionale alla PAC che si sta votando, con nessun attenzione all'ambiente, e al Piano Nazionale sull'uso dei pesticidi, teso solo a legittimarne l'uso. Su entrambi gli argomenti AIAB è intervenuta con proposte concretissime, sostenute dalle evidenze scientifiche e dalle richieste dei cittadini”.
“In presenza di questa tolleranza sui pesticidi e di questa Politica Agricola Europea, sorda alle esigenze e alle volontà dei cittadini europei, il bio rappresenta l’unico modello agricolo alternativo, pulito e sicuro da inserire in una dieta diversificata ed equilibrata - ha dichiarato Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB –. Siamo abituati a vedere istituzioni scientifiche che, sempre più spesso, per difendere interessi ben più grandi e consolidati riducono le analisi comparative all’aspetto meramente nutrizionale dei prodotti bio, tralasciando le vere differenze: maggiore fertilità del suolo, maggiore biodiversità e infine assenza di pesticidi di sintesi nel prodotto, nell'aria, nell'acqua. Se invece vogliamo essere seri, dobbiamo concludere con un'analisi di tutti gli impatti dell'agricoltura e di tutti gli aspetti qualitativi dei cibi: allora sarebbe evidente come e quanto il bio sia una risposta percorribile e vincente”.