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Come mangiare nello spazio quando si viaggia per mantenere al meglio la propria salute? No niente pillole o cibi di sintesi, la via migliore è avere a disposizione vegetali “veri” come la particolare varietà di lattuga rossa di cui racconto nell’articolo in modo da soddisfare non solo le esigenze puramente nutrizionali, ma anche quelle strettamente sensoriali e di piacere organolettico!!!

Il tema dell’alimentazione per gli attuali e prossimi viaggiatori dello spazio è sempre molto affascinante in un contesto in cui le condizioni ambientali di vita sono completamente diverse da quelle terrestri.

Un tempo si immaginava di risolvere il problema con una serie di pillole che racchiudevano dentro tutte le sostanze nutrizionali normalmente presenti in carne, pesce, verdure, pasta, dolci e molto altro.

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Facendo però così l’errore madornale di non considerare minimamente la questione sensoriale e del piacere che è intimamente legata all’uomo stesso e senza la quale alimentazione, nutrizione e dieta perdono completamente di identità e significato.

Oggi si è capito che aspetti come il gusto, i profumi, le consistenze per quanto in apparenza poco rilevanti per chi è alle prese con un viaggio nello spazio, sono invece ugualmente essenziali.

Come del resto lo è anche il semplice atto della masticazione che non è assolutamente la stessa cosa di ingoiare un cibo di sintesi liquido o solido che sia.

Così si è cominciato a pensare a delle soluzioni per coltivare anche nello spazio alcune specie vegetali adatte in modo da offrire cibo di fresco raccolto anche a chi è lontano un infinità di chilometri dalla terra.

Ed è qui che insieme a una selezione di altre piante alimentari ad alta resa e utilità entra come protagonista la nostra lattuga rossa!

Si tratta di una varietà speciale chiamata Oltraggiosa proprio per via del colore vivace selezionata molti anni fa da un appassionato agricoltore dell’Oregon dopo una serie di incroci tra tipologie diverse.

Questa lattuga rossa è talmente appariscente e affascinate oltre che buona da attirare subito i consumatori e essere distribuita con successo nel mercato statunitense.

Proprio nel periodo in cui questo avviene l’agenzia spaziale americana sperimenta e ipotizza un sistema di coltivazione idroponica in condizioni di microgravità teso alla produzione fuori dalla terra di vegetali freschi destinati agli equipaggi delle navi spaziali.

Così succede che la lattuga rossa attira l’attenzione degli scienziati non tanto per moda o pura curiosità, ma perché la sua accesa colorazione tendente al porpora risulta particolarmente adatta alla crescita in condizioni di luce non naturale come l’illuminazione a LED presente nei moduli idroponici.

E la scelta risulta vincente dato che questo tipo di lattuga è anche molto meno soggetta alla contaminazione di batteri estremamente pericolosi come l’escherichia coli che già può provocare ingenti danni alla salute sulla terra, figuriamoci in un ambiente ristretto come quello spaziale.

Inoltre la lattuga rossa e altri tipi di vegetali similari presentano un’alta percentuale di sostanze protettive e di efficienti antiossidanti più che mai indispensabili per chi compie viaggi extraterrestri.

Continuano così a essere ingegnerizzati al meglio per potere un domani essere una prelibatezza fresca e potenzialmente infinita a disposizione dei viaggiatori spaziali.

Intanto se abbiamo la fortuna di trovarla anche noi cominciamo a gustarcela immaginando magari di viaggiare tra le stelle!

E che ne dite di condirla con un'emulsione di zenzero fresco, buon olio extravergine d’oliva, pepe rosa macinato, succo di limone ricco di vitamina C e un filo di sciroppo d’acero, unendo poi dei semi di girasole lievemente tostati e un po’ di capperi sotto sale ben lavati e tritati!!!

La lattuga rossa che nutre gli astronauti - Ultima modifica: 2021-10-19T09:14:43+02:00 da Giuseppe Capano

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