Uomini, cuore e carni lavorate


Se il consumo di carne rossa lavorata è stato già associato all’aumento di tumori (vedi sito AICR USA) questa nuova ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Circulation:heart failure ha rilevato un aumento di un fenomeno noto come scompenso cardiaco (heart failure) e di mortalità negli uomini che fanno un abituale consumo di carne lavorata. I dati sono stati presi da un grande studio svedese (Cohort of Swedish Men) che ha valutato oltre 37mila uomini  tra i 45 e i 79 anni e senza una storia di scompenso cardiaco o cardiopatie (ovviamente all’inizio dello studio). Il consumo di carne è stato valutato con un questionario compilato durante il 1997: per carne trasformata si intendevano salsicce, insaccati,  salumi, sanguinacci e paté di fegato, inoltre è stato valutato anche il consumo di carne non trasformata “al naturale”, diciamo.  Durante il follow-up di 11,8 anni sono stati annotati 2891 casi e 266 morti per scompenso cardiaco. Il consumo di carne trasformata era associato positivamente con questa cardiopatia in modo statisticamente significativo. In particolare, gli uomini che avevano consumato ≥ 75 grammi al giorno di carni trasformate - rispetto a coloro che ne avevano consumato <25 grammi - hanno avuto un rischio più alto di incidenza di scompenso  di 1,28 (IC 95%: 1,10-1,48) e un rischio più alto di mortalità di 2,43 (95% CI: 1,52-3,88), sempre per scompenso cardiaco. consumo di carne non trasformata non è stato invece associato ad un maggiore rischio di incidenza o di mortalità dovuta a questa cardiopatia.

Uomini, cuore e carni lavorate - Ultima modifica: 2014-08-01T14:38:15+02:00 da Barbara Asprea
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