Sebbene possano sembrare refrattari a qualsiasi consiglio di sana alimentazione, in realtà se informati nel modo per loro “giusto” reagiscono positivamente. Almeno è questo il messaggio che arriva da un lavoro appena pubblicato sull’American journal of public health. I ricercatori hanno preso di mira 6 punti vendita in quartieri poveri della città di Baltimora, negli Stati Uniti, “tappezzandoli” di vari cartelli studiati per gli adolescenti. Le informazioni fornite a proposito delle bibite zuccherate erano le più diverse: il contenuto calorico, l'equivalente in cucchiaini di zucchero (ricordiamo che in media, in un bicchiere di queste bevande troviamo 3-4 cucchiaini di zucchero), ma anche i minuti di corsa o i chilometri di cammino necessari per smaltire le calorie assunte bevendo questi topo di bibite. I ricercatori hanno raccolto i dati di 4516 acquisti effettuati dai ragazzi (per la maggioranza di origine afroamericana) all'inizio del test e dopo, quando sono stati rimossi i cartelli. I risultati sono stati incoraggianti: comparati ai valori pre-test sono risultati inferiori le quantità acquistate, il volume delle bottiglie (sono state preferite bottigliette più piccole) e il numero di calorie assunte da queste bevande.