Novità dalla ricerca
Non resistete ai dessert? Ecco perché succede

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Finalmente sappiamo a chi dare la colpa se a fine pasto, nonostante la sazietà, troviamo sempre lo spazio per una fetta di torta. Un meccanismo chiamato “dessert stomach” che ha le sue radici nel cervello e dipende dalla nostra evoluzione

Da qualche settimana siamo riusciti a svezzarci dall'abbondanza di dolci delle feste di fine anno e già siamo di nuovo in mezzo alle irresistibili tentazioni dei dolci – in più fritti! – del Carnevale. In effetti, per le persone golose è difficile mantenere un rapporto equilibrato e sereno con i dolci. E chi non ci riesce tende a colpevolizzarsi, perdendo anche un po’ di fiducia in se stesso. Ma forse, grazie a un interessante studio pubblicato su Science del Max Planck Institute for Biology of Ageing, queste persone si sentiranno rassicurate, perché se la voglia di dolce sfugge al controllo non dipende solo da scarsa volontà. In particolare, lo studio in questione ha voluto indagare il perché, anche dopo un pasto abbondante, il nostro cervello invece di dire "basta" ha ancora voglia di un dolce finale. Un fenomeno cosiddetto “dessert stomach” che sembra legato a meccanismi cerebrali che regolano la sazietà e il piacere, e che dipendono dalla nostra evoluzione.

Tutta colpa dei neuroni
I ricercatori del Max Planck Institute hanno analizzato come il cervello reagisce allo zucchero, prima su animali da laboratorio e poi su un gruppo di umani, ottenendo gli stessi risultati. In sintesi, si è osservato che un gruppo di cellule nervose – i neuroni POMC, noti per segnalare la sazietà – si attiva in presenza di zucchero, rilasciando ß-endorfina, un oppiaceo naturale che genera una sensazione di piacere. Questi segnali “premiano” il cervello, inducendolo a continuare a cercare lo zucchero anche dopo aver raggiunto il senso di pienezza. Secondo i ricercatori, questo meccanismo si attiva anche prima dell’ingestione, non appena si percepisce il gusto dolce, sottolineando come il cervello anticipi il piacere associato allo zucchero.

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Questi dati indicano come le nostre cellule nervose, programmate per riconoscere il glucosio come fonte rapida di energia, continuino a innescare un meccanismo di ricompensa, invitando al consumo di zucchero oltre il bisogno reale. Inoltre, gli studiosi hanno scoperto che il link nel cervello tra zucchero e oppioidi si attivava specificamente negli alimenti a cui è stato aggiunto zucchero, mentre non si riscontrava lo stesso effetto in quelli in cui lo zucchero è presente in modo naturale, come nella frutta o nel latte. "Da un punto di vista evolutivo, questo ha senso: lo zucchero è raro in natura, ma fornisce energia rapida. Il cervello è programmato per controllare l’assunzione di zucchero ogni volta che è disponibile", spiega Henning Fenselau, responsabile dello studio.

In conclusione, dai risultati dello studio di evince che nessuna dipendenza da dolci si crea se ci si accontenta della dolcezza naturale degli alimenti. E questa è comunque una buona notizia.

Non resistete ai dessert? Ecco perché succede - Ultima modifica: 2025-02-26T08:00:58+01:00 da Barbara Asprea

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