Sempre più in questi anni si sta affermando nella dietetica la convinzione che per svolgere al meglio la sua azione preventiva e terapeutica, l’alimentazione vada personalizzata a seconda delle caratteristiche individuali di ciascuno. Se un tempo ciò era possibile solo in parte, ora, grazie a nuove discipline sta diventando sempre più possibile. È il caso, ad esempio, della nutrigenomica o della metabolomica. Semplificando, la prima studia come il cibo possa intervenire sul DNA attivando i geni che impediscono l’insorgenza di alcune patologie; la seconda studia i metaboliti, ovvero le sostanze risultanti dalle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, in grado di rivelare il funzionamento delle cellule.
Uno studio molto promettente
All’interno di questo discorso si inserisce la nascita a fine novembre di Preventomics (Empowering consumers to PREVENT diet-related diseases through OMICS sciences) un importante progetto europeo focalizzato sulla nutrizione personalizzata come strumento per migliorare la salute e prevenire l’insorgenza di malattie. Per i prossimi tre anni Preventomics svilupperà piani personalizzati per la nutrizione e gli stili di vita al fine di migliorare la salute delle persone, basandosi su caratteristiche individuali come quelle fisiche e comportamentali, lo stile di vita, il genotipo, le preferenze e la condizione fisica. L’Università di Parma è l’unico ateneo italiano coinvolto nel progetto europeo che coinvolge 19 realtà europee da sette diversi paesi.
Nuovi strumenti di prevenzione?
Grazie al potenziale delle tecniche come la metabolomica, questo progetto ha l'obiettivo di conoscere lo stato di salute metabolica e si focalizzerà su tecniche orientate a indurre un cambiamento nel comportamento delle persone con strumenti di nutrizione preventiva personalizzata, accessibili a tutti, per promuovere mutamenti nelle abitudini e realizzare il miglioramento della salute in maniera sostenibile e duratura. Preventomics, infine, dovrebbe concludersi con l’introduzione sul mercato di nuovi prodotti, sia scaturiti dall’applicazione di nuove tecnologie per la salute sia sotto forma di prodotti alimentari.