Con l’arrivo dell’estate aumentano naturalmente i consumi di bevande fresche, anche tra i più giovani. Nei frigoriferi compaiono bibite gassate, tè pronti e succhi, spesso nella versione “senza zucchero” grazie alla presenza di edulcoranti. Una scelta che molti considerano più leggera, ma che richiede cautela, soprattutto se in casa ci sono bambini e teenager.
A suggerirlo è uno studio presentato a luglio 2025 al congresso ENDO 2025 dell’Endocrine Society, tenutosi a San Francisco, che ha messo in relazione il consumo di edulcoranti con un rischio maggiore di pubertà precoce nei più giovani.
Lo studio, in breve
I ricercatori del Taipei Medical University Hospital (Taiwan) hanno esaminato oltre 1.400 adolescenti seguiti nel tempo dal Taiwan Pubertal Longitudinal Study, uno studio sui giovanissimi iniziato nel 2018. Hanno valutato il consumo di dolcificanti attraverso questionari alimentari e analisi delle urine, confrontandoli con dati genetici e medici. In totale, 481 ragazzini e ragazzine presentavano segni di pubertà precoce, una condizione sempre più diffusa a livello globale.
È emerso che un consumo elevato di edulcoranti come aspartame, sucralosio, glicirrizina (il dolcificante naturale della liquirizia), insieme ai comuni zuccheri aggiunti presenti in dolciumi, bibite e altri alimenti, risulta associato a un aumento del rischio di pubertà precoce. In particolare, il sucralosio nei maschi e la glicirrizina e gli zuccheri aggiunti nelle femmine sono risultati più coinvolti.
"È uno dei primi studi che collega le abitudini alimentari moderne allo sviluppo puberale, tenendo conto della predisposizione genetica", ha spiegato Yang Ching Chen, medico e autore principale della ricerca.
Cause ancora poco chiare
I meccanismi non sono ancora completamente chiari, ma le ipotesi puntano su due fronti: gli edulcoranti potrebbero interferire con la produzione ormonale legata alla pubertà e alterare l’equilibrio del microbiota intestinale. In alcuni casi, come per l’acesulfame K (presente in molte bibite senza zucchero, gomme da masticare e bevande energetiche light), si è osservata una stimolazione diretta dei circuiti cerebrali coinvolti nel rilascio di ormoni. "Quello che i bambini mangiano e bevono può avere un impatto più grande di quanto si pensi sul loro sviluppo", ha sottolineato Chen.
Meglio le alternative
Lo studio non stabilisce un divieto, ma invita a una maggiore attenzione. In attesa di ulteriori conferme, è prudente limitare le fonti di edulcoranti nell’alimentazione quotidiana dei più giovani. Piuttosto che abituarli a gusti sempre dolci – anche se a zero calorie – meglio proporre alternative più semplici: acqua fresca o aromatizzata con limone, infusi senza zucchero, frutta frullata diluita. Anche perché il consumo regolare di bibite, con o senza zucchero, non è mai del tutto neutro nella crescita e nel benessere dei giovanissimi.





