Non solo il fumo ma anche l’alimentazione può influire sull’evoluzione di una patologia di tipo respiratorio abbastanza diffusa dopo una certa età: ossia la Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Il tipo di cibo messo sotto accusa è quello della carne trasformata, ossia i salumi, gli insaccati e tutti quei prodotti a base di carne che contengono nitriti e nitrati come additivi. Una volta ingerite, queste sostanze verrebbero metabolizzate trasformandosi in composti di azoto che possono danneggiare il tessuto polmonare, riducendone l'elasticità.
Studi americani avevano già individuato un legame tra consumo di carni lavorate e problemi polmonari ma più recentemente un lavoro spagnolo appena pubblicato sull'European Respiratory Journal ha cercato di verificare l’associazione tra apporto di carni trasformate – e quindi di nitriti e nitrati - e rischio di nuovo ricovero per BPCO per i pazienti già ricoverati una prima volta per la stessa malattia. Ebbene, dopo un periodo di osservazione durato circa 2 anni e mezzo, nei 274 pazienti dello studio, con una età media di 68 anni e una prevalenza netta di maschi (93%) ma non di fumatori (42%), è stato accertato che chi mangiava frequentemente carni trasformate era andato incontro a un secondo ricovero più precocemente. In attesa che arrivino delle nuove indicazioni da parte della classe medica, può essere sensato consigliare agli anziani di casa con problemi respiratori di ridurre la frequenza di salumi e carni lavorate. Peraltro, già il nostro Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione nelle sue Linee guida ne consiglia una porzione di 50 g una-due volte al massimo alla settimana. Oltre ai nitriti, i salumi difatti sono ricchi di sale e di grassi saturi, non proprio il massimo...