Novità dalla ricerca
Anche il sole può aiutare a controllare la glicemia

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Umore, regolazione sonno-veglia, salute delle ossa: ai tanti vantaggi apportati dall’esposizione alla luce naturale si aggiunge quello di regolare i livelli di zucchero nel sangue, aiutando così la prevenzione o la gestione del diabete di tipo 2. Quando siamo all’aperto il metabolismo ringrazia e funziona meglio

Passare la pausa pranzo in una zona soleggiata, oppure fare qualche tratto a piedi quando si va a al lavoro o, ancora, sedersi a leggere nel balcone di casa o su una panchina del parco (e non in poltrona). Ecco qualche semplice suggerimento che ha lo scopo di aumentare durante la giornata il tempo passato all’aria aperta, ancora meglio se c’è un po’ di sole. Tempo che diventa ancora più prezioso con l’arrivo della stagione fredda, quando le giornate si accorciano e si fa più concreto il rischio di passare la maggior parte delle ore in ambienti illuminati solo da lampade.

L’orologio interno che scandisce i ritmi

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L’alternanza giorno-notte influisce sui nostri ritmi biologici (cosiddetti ritmi circadiani) e sulle secrezioni ormonali che regolano il nostro metabolismo. Dalla temperatura del corpo alla regolazione dell’appetito, dall’umore (il sole stimola l’ipotalamo, che è legato alla produzione di serotonina) allo stato di veglia oppure di sonno.

Insomma, per tante ragioni sarebbe importante rispettare la nostra fisiologia e i ritmi naturali. Oggi se ne aggiunge una di più: trascorrere più tempo all’aperto può migliorare i livelli di glicemia e perciò contribuire alla prevenzione del diabete di tipo 2, insieme ai due pilastri costituiti da una dieta sana e dall’esercizio fisico. A sostenerlo è una ricerca dell'Università di Maastricht presentata nei giorni scorsi durante il meeting annuale dell’European Association for the Study of Diabetes (EASD) che ha trovato una relazione tra esposizione alla luce naturale, glicemia e funzioni metaboliche.

Queste le premesse dello studio spiegate dal relatore Ivo Habets: "Il disallineamento del nostro orologio interno dovuto alle esigenze di una società attiva 24 ore su 24, sette giorni su sette, è associato a una maggiore incidenza di malattie metaboliche, incluso il diabete di tipo 2. La luce del giorno naturale è il segnale ambientale più forte per la regolazione di questo orologio, ma purtroppo la maggior parte delle persone vive in ambienti chiusi, sotto costante illuminazione artificiale.”

Di conseguenza, i ricercatori si sono domandati se l’aumento dell’esposizione diurna alla luce naturale fosse in grado di migliorare il controllo della glicemia, in particolare nelle persone con il diabete di tipo 2. Per scoprirlo hanno reclutato un piccolo gruppo di partecipanti con diabete di tipo 2 e un’età media 70 anni, poi li hanno esposti a due cicli della durata di quasi cinque giorni, la cui unica differenza erano le ore di esposizione alla luce naturale oppure artificiale prodotta da LED. Mentre restava tutto uguale riguardo ai pasti o ai livelli di attività fisica. Durante i due cicli, i volontari, ospiti di un istituto di ricerca, sono stati attentamente monitorati attraverso numerosi test sanguigni (glicemia e insulina), valori della pressione, temperatura corporea, svariati esami del metabolismo (come la misurazione del dispendio energetico o il rapporto di scambio respiratorio, che serve per capire se i grassi o i carboidrati vengono utilizzati per produrre energia).

La luce naturale batte l’artificiale

Durante i due cicli, l'esposizione alla luce controllata è stata dalle 8 di mattina alle 5 del pomeriggio. E se l’intensità dell’illuminazione naturale variava nel corso della giornata, quella artificiale rimaneva a un’intensità costante di 300 lux (unità che misura l'intensità della luce su una superficie), ossia un intervallo della quantità di luce normalmente raccomandata per una sala da pranzo o un’area di lavoro. Di notte, l'illuminazione veniva ridotta a 5 lux e le ore di sonno (dalle 23 alle 7) erano al buio.

I ricercatori hanno riferito che i livelli di glucosio nel sangue sono rimasti più a lungo nel range di normalità quando le persone venivano esposte alla luce naturale (59%) rispetto alla luce artificiale (51%).

Inoltre si è scoperto che alcuni geni utili per controllare i ritmi circadiani si sono mostrati più attivi nella luce naturale che in quella artificiale. Inoltre, la luce naturale ha influito sullo scambio respiratorio dei partecipanti, rendendo loro più facile bruciare carboidrati e grassi per produrre energia.

Gi autori dello studio affermano che il metabolismo e la resistenza all’insulina sono direttamente legati all’orologio biologico del corpo e che una maggiore esposizione alla luce naturale può aiutare entrambi. "La nostra ricerca mostra che il tipo di luce alla quale si esposti è importante per il metabolismo", ha concluso Habets. “Studi futuri dovrebbero esaminare la misura in cui la luce artificiale influisce sul metabolismo e quanto tempo le persone devono trascorrere sotto l’illuminazione naturale per compensare l’esposizione alla luce artificiale”.

Anche il sole può aiutare a controllare la glicemia - Ultima modifica: 2023-10-12T16:50:26+02:00 da Barbara Asprea

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