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Il vino che supera i confini del web


Nella piattaforma di Vigneron.wine prima si scelgono i produttori e poi i vini: solo così è possibile quel legame che supera una “semplice” vendita e-commerce e che mette in contatto diretto produttori e appassionati di vino. Scopriamo insieme alla sua Ceo, questa bella startup innovativa. Prosit!

Nell’epoca dove impera l’e-commerce, nel mondo del vino c’è una realtà che ha deciso di fare molto di più, andando ben oltre il concetto di “vendita on-line”. Stiamo parlando di Vigneron.wine, una startup innovativa nata nel 2019 dall’idea dei fratelli Eleonora e Michael Tirrito, specializzata nella tracciabilità di filiera dei processi di affinamento e nella selezione e vendita web di vino.

La piattaforma per wine addicted

Garantire la certezza dell’origine del vino e il posto in cui le bottiglie sono state affinate prima di essere spedite. Ecco la mission della piattaforma tecnologica di Vigneron.wine, luogo della rete in cui la vendita non è fine a sé stessa, ma diventa il presupposto e la scintilla per creare un contatto diretto e per instaurare un rapporto più intimo, vero, duraturo e di valore tra produttori vinicoli, enoturisti e appassionati di vino italiano.

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Vigneron.wine mette a disposizione una serie di servizi per andare incontro ai diversi gusti e alle personali esigenze ed aspettative. Per esempio, con l’opzione di acquisto “Dalle mani del produttore”, si ha la sicurezza che il vino venga spedito direttamente dal vignaiolo, mentre con l’esclusivo servizio “Affina in cantina”, è possibile crearsi una personale cantina di affinamento diffusa. Inoltre, grazie alla possibilità di accedere al catalogo della Banca del Vino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, si possono acquistare vecchie annate altrimenti introvabili. Infine, aderendo al “WWW Club” ogni mese si va a conoscere un produttore e un territorio diverso.

Vini naturali, bio e biodinamici

Eleonora Tirrito

«Parlare di vini naturali, bio o biodinamici, è sempre molto complesso», ci ha spiegato la CEO Eleonora Tirrito. «Lo è sia per i più recenti provvedimenti legislativi europei che nazionali. Quello che secondo noi è fondamentale, indipendentemente dai riconoscimenti che l'azienda ottiene, è un approccio organico alla produzione vitivinicola e l'attenzione massima ai canali distributivi. E con approccio organico intendiamo la tutela della biodiversità e delle "complessità" che si racchiudono nel territorio in cui l’azienda opera».
Eleonora Tirrito ci ha spiegato che un prodotto proveniente da una zona nella quale il territorio è stato completamente dedicato alla viticoltura in forma intensiva, tende ad alterare i lineamenti e la biodiversità di quell’area, compromettendo anche la sostenibilità a livello collettivo. «Il vino per noi, per essere “buono”, è frutto di un’agricoltura sostenibile, o come direbbero gli amici di Slow Wine, è Pulito e Giusto. Proprio questi concetti ci consentono di arrivare a definire l'importanza del controllo della filiera».

La riflessione della CEO prosegue: «Acquistare bottiglie che hanno percorso migliaia di chilometri di strada prima di arrivare al cliente è una logica distante da un approccio “bio” di sostenibilità che dovrebbe integrare anche la filiera distributiva. Non solo vogliamo dare ai nostri clienti vini che sono stati prodotti con un approccio etico, ma anche consentire di ricevere vini che rappresentano la filiera più corta che ci è possibile. Solo per fare un esempio, tutti i vini con il bollino “Direttamente dal Produttore” in vendita sul nostro shop, vengono spediti al cliente proprio dall'azienda produttrice e pertanto rappresentano la filiera più corta possibile per un acquisto online o fisico».
Questo per l’azienda significa rispetto sostenibile: «Rispettiamo il produttore, il vino, soprattutto il cliente, e in ultima istanza tutto l’ambiente. Nessun trasporto inutile, nessun magazzino inutile, nessun spreco di energie e costi inutili».

Donne e vino

Un'imprenditrice donna e il consumo sempre più trendy di vino, anche nel mondo femminile, ci danno lo spunto per toccare l’argomento fare specifiche domande ad Eleonora Tirrito. Quali sono i vini più amati dalle donne e che peso ha il consumo in rosa?
«Parlando da donna amante del vino, posso dire che siamo curiose, appassionate e dotate di un grande “naso”. Sono queste le principali caratteristiche che contraddistinguono il pubblico femminile che acquista on-line. Siamo innamorate del vino, ma soprattutto delle storie che lo stesso racchiude in ogni bottiglia. Noi donne ci approcciamo alla degustazione con un’attenzione particolare ai dettagli ed alle sfumature, mai tralasciando la dimensione estetica. Ma d’altra parte lo sappiamo di essere “dolcemente complicate”. Bianchi, rosati o rossi, l'importante è che siano vini strutturati, ma contemporaneamente fini e mai stucchevoli, morbidi al sorso, ma dinamici e fragranti... Facile, no?».
Il consumo di vino da parte del pubblico femminile è in forte crescita. Una recente ricerca di Wine Intelligence certifica che nel 2021 il 55% dei winelover è donna. E poi, ci sono le iscrizioni ai corsi da sommelier, dove il nuovo pubblico è sempre più al femminile. Senza considerare che anche dalla parte dei produttori, le quote rosa stanno acquisendo una maggiore rilevanza, basti pensare all’Associazione Le Donne del Vino che si occupa di promuovere la cultura del vino e il ruolo della donna nella filiera produttiva.

 

 

 

Il vino che supera i confini del web - Ultima modifica: 2022-04-04T18:11:18+02:00 da Sabina Tavolieri

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