I cosmetici biologici sono sempre più apprezzati e diffusi sugli scaffali dei negozi. Ma cosa contengono in realtà, sono davvero sicuri ed efficaci come quelli tradizionali? Sveliamo insieme a un esperto del settore tutti i “trucchi” della cosmesi naturale, dai punti di forza alle lacune ancora da colmare
Rispondiamo a dieci domande sui cosmetici biologici
I cosmetici biologici non contengono conservanti
Falso. Che sia biologico o no, un cosmetico deve contenere sostanze che ne impediscano il deterioramento nel tempo. Ci sono comunque delle eccezioni: quando il prodotto dichiara in etichetta una grande quantità di etanolo, cioè alcool, che ha funzione conservante, oppure quando il contenuto d’acqua è talmente basso da essere incompatibile con lo sviluppo di batteri.
Si conservano meno di quelli tradizionali
Falso. la conservabilità di un cosmetico dipende sia dalla quantità e qualità dei conservanti aggiunti sia dalle condizioni igieniche osservate durante la produzione. I cosmetici bio non possono contenere tutti i conservanti ammessi dalla legge per i prodotti tradizionali, ma solo quelli meno nocivi e più tollerati dalla cute. Ad esempio, non sono utilizzabili conservanti sensibilizzanti per evitare o ridurre il rischio di reazioni allergiche, o che agiscono da disturbatori endocrini, cioè che modificano l’equilibrio ormonale dell’organismo, oppure liberatori di sostanze cancerogene come la formaldeide, e dunque la scelta è piuttosto limitata. Tuttavia il successo della cosmesi biologica ha spinto i produttori a cercare nuove soluzioni tecniche fino ad arrivare a proporre degli efficaci estratti vegetali ad azione conservante. L’esempio più importante è probabilmente l’estratto di Lonicera japonica.
Hanno un’azione più blanda rispetto ai cosmetici convenzionali
Falso. Al contrario, i principi attivi vegetali sono spesso molto “potenti” ed è quindi importante saperli dosare bene. Occorre ricordare che l’efficacia di un cosmetico è dovuta a una miscela di ingredienti e si basa anche sull’esperienza del formulatore. In ogni caso, si può dire che i cosmetici bio sono altrettanto o spesso più efficaci di quelli tradizionali.
Non è permesso testarli sugli animali
Vero. Ormai né i prodotti bio né quelli tradizionali sono testati sugli animali perché una legge lo impedisce. Ma anche se i prodotti finiti non vengono testati sugli animali, tutte le sostanze che li compongono sono state, prima o dopo, sottoposte a queste procedure. È quindi fuorviante la dicitura “non testato sugli animali”. Alcuni produttori dichiarano in etichetta “siamo contro i test sugli animali”, indicando una presa di posizione netta e adottando la giusta trasparenza verso i consumatori.
Sono sempre meno aggressivi sulla pelle
Falso. Da questo punto di vista, un cosmetico non è “più tollerabile” per il solo fatto di essere biologico rispetto a uno che non lo è: dipende dalla scelta delle materie prime impiegate e dalla capacità del formulatore. La certificazione bio non richiede nello specifico che il prodotto rispetti l’ecosistema della pelle; non contempla approfondite prove cliniche di tollerabilità cutanea o comunque prove di non aggressività sulla cute. Resta il fatto che in commercio si trovano ottimi prodotti bio non aggressivi sulla pelle.
Danno meno problemi di allergia
Falso. È ancora una questione un po’ controversa perché spesso gli oli essenziali utilizzati in cosmesi biologica contengono allergeni (naturali ma pur sempre sostanze allergizzanti). Non è quindi possibile sostenere che un cosmetico biologico sia più sicuro per quanto attiene l’insorgenza di allergie. Quello che si può dire è che, vietando l’uso di profumi sintetici, i rischi di allergia sono più limitati.
Sono meno controllati
Falso. Purtroppo nel nostro Paese, e questo vale per qualsiasi cosmetico bio o tradizionale che sia, i controlli sono rari. Ma per i cosmetici biologici certificati è prevista in più ina visita ispettiva che controlla sia l’affidabilità del prodotto sia l’azienda produttrice.
Costano più di quelli tradizionali
Vero. Per ora l’impiego di sostanze vegetali comportano un costo maggiore delle formulazioni ma, come succede per molti mercati, nel momento stesso in cui i consumi aumentano, i prezzi delle materie prime diminuiscono. L’esempio della Lonicera japonica, il conservante naturale citato sopra, è rappresentativo: nel giro di un anno il prezzo è sceso quasi della metà. Il breve tempo, il crescente successo delle linee biologiche porterà a un normale allineamento dei costi e quindi dei prezzi.
Sono identificabili da un marchio specifico
Vero. La maggior parte dei prodotti in vendita ha un marchio di garanzia biologico, anche se ancora non esiste a livello europeo un disciplinare che regolamenti in modo omogeneo tutto il settore della cosmesi bio.
Con la collaborazione di Fabrizio Zago, esponente del Co. Cer, Comitato di certificazione Icea.