Cibo è salute
Mangiare bio fa bene?


Chi sceglie di acquistare alimenti biologici lo fa per diversi motivi, anche per una maggiore attenzione alla propria salute. Ma i prodotti bio sono davvero più ricchi di sostanze salutari? Ecco cosa dice la scienza in proposito

Gli alimenti ottenuti da agricoltura biologica sono più buoni? Se si intende la bontà come maggior attenzione alla salute dell’ambiente, degli animali e delle comunità locali, allora la risposta è sicuramente affermativa. Ma se, invece, ci si riferisce a un maggiore valore salutistico di questi alimenti è ancora difficile esprimersi in maniera definitiva e incontrovertibile. La ragione? “Mancano ricerche approfondite e a lungo termine sulle caratteristiche nutrizionali degli alimenti biologici comparate con quelle dei corrispettivi cibi convenzionali”, spiega Flavio Paoletti, primo ricercatore del centro di ricerca alimenti e nutrizione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria).

I prodotti freschi…

Benché gli studi siano ancora carenti e, quindi, non si possa generalizzare, quelli condotti fino ad ora concordano nel rilevare una maggior ricchezza nutrizionale nei prodotti ottenuti da agricoltura biologica. Se il contenuto in proteine e grassi è allineato agli alimenti convenzionali, quello di antiossidanti e vitamine tende a essere maggiore: la frutta contiene più vitamina C e gli ortaggi più composti fenolici, con attività antiossidante, mentre latte e formaggi sono più ricchi di acidi grassi omega 3, preziosi per il cuore, poi carotenoidi e tocoferoli, grazie all’alimentazione al pascolo degli animali.

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Anche gli studi effettuati sui prodotti provenienti da uno stesso campo, coltivato per metà in modo convenzionale e per metà con metodi biologici, hanno fatto emergere un contenuto lievemente superiore di vitamine e antiossidanti nei prodotti bio. Però in campagna entrano in gioco tanti fattori che hanno un impatto importante sui prodotti coltivati, soprattutto il clima, il tipo di terreno, l’esposizione al sole e le differenze varietali, e quindi non si può essere certi che i risultati ottenuti nei campi di prova possano essere trasferiti su tutti i prodotti bio che troviamo in commercio. Quindi, “se dal punto di vista scientifico possiamo affermare che il metodo biologico può effettivamente influire sulla qualità del prodotto e sul suo profilo nutrizionale, dal punto di vista pratico non si può garantire che i prodotti biologici abbiano un valore superiore rispetto a quelli convenzionali”, conclude Paoletti. Ecco perché la legge vieta di proporli, presentarli in etichetta o pubblicizzarli come più buoni, più nutrienti o più sani. Anche la Commissione europea preferisce sottolineare che i plus per chi mangia biologico non sono la qualità o la supremazia nutrizionale quanto piuttosto la certezza di gustare prodotti controllati e tracciati, che hanno un sapore autentico e meno standardizzato.

…e quelli trasformati

Uno studio recente, condotto in Italia e pubblicato sulla rivista Nutrients, ha analizzato le formulazioni in macronutrienti di quasi 600 alimenti confezionati (come biscotti o pasta), confrontando la versione convenzionale con quella biologica. Il risultato? Differenze contenute, che confermano l’impossibilità di individuare un vincitore nella sfida a colpi di nutrienti tra biologico e convenzionale. Anche per questa ragione la Commissione europea preferisce sottolineare altre caratteristiche positive dei prodotti trasformati realizzati con ingredienti bio. Ossia il fatto che le ricette sono prive di aromi artificiali e additivi coloranti. E anche questi fattori influiscono (e non poco) sul valore nutritivo e sulla qualità complessiva di un alimento.

Sui residui vince il bio

Un altro plus che la Commissione europea riconosce ai prodotti ottenuti in modo biologico è il basso rischio di residui di pesticidi. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Efsa (European food safety authority) oltre il 98% dei prodotti bio analizzati nella Ue rientra nei limiti di residui consentiti e circa l’84,8% è privo di residui quantificabili. Solo l’1,4% dei campioni bio sfora i limiti di legge contro il 4,8% degli alimenti prodotti in modo convenzionale.

Premesso che il rischio zero non esiste e che, quindi, non si può garantire l’assenza totale di residui chimici e che i prodotti bio non sfuggono alle contaminazioni accidentali, sembra però che questi ultimi siano più “puliti” di quelli convenzionali.

Del resto, una delle mission fondamentali dell’agricoltura bio è quella di rispettare l’ambiente. Non si tratta solo di non distruggerlo o danneggiarlo ma anche di adottare pratiche che nutrano i terreni e che favoriscano la biodiversità, così importante per gli ecosistemi naturali. In altre parole, il bio punta alla qualità lungo tutta la filiera alimentare. Per questo non sono ammessi pesticidi e fertilizzanti sintetici in campagna, farmaci in prevenzione delle malattie negli allevamenti e la maggior parte degli additivi negli alimenti. “Chi sceglie i prodotti biologici lo fa considerando tutti questi aspetti, non solo quello nutrizionale - afferma Paoletti -. E visto che l’agricoltura biologica adotta un approccio olistico, è con il medesimo approccio che dev’essere valutata. Se sta bene l’ambiente stiamo bene anche noi. E questo è un grande valore aggiunto e un beneficio innegabile per la salute”, conclude Paoletti.

Mangiare bio fa bene? - Ultima modifica: 2021-09-16T08:22:08+02:00 da Redazione

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