Alimentazione e colesterolo
Colesterolo, killer o alleato?

Eggs on straw placed on a wooden table
3 | 1 voto/i

Additato per anni come il responsabile principale di tutte le malattie cardiovascolari, oggi la scienza fa un passo indietro, riconoscendo a questa sostanza anche tanti effetti benefici e un legame non diretto con infarti e altre patologie. Marketing e industrie farmaceutiche dovrebbero adeguarsi

Molti recenti lavori scientifici mettono in serio dubbio l’assioma, peraltro mai realmente dimostrato, che vorrebbe il colesterolo responsabile principale di ogni patologia cardiovascolare. Vengono, infatti, colpite da infarto persone sia con colesterolo alto che con colesterolo basso, e i valori medi nelle diverse nazioni di questa sostanza non sono in alcun modo correlati con la mortalità cardiovascolare di quel Paese. Di questo, però, si parla ancora troppo poco.

Pubblicità ingannevoli: qualcuno intervenga

Il martellante battage mediatico giornalistico e televisivo volto a creare nuovi “malati”, spinge molti a credere che il colesterolo sia davvero pericoloso. Vedremo che così non è. Purtroppo, in modo molto scorretto, anche le pubblicità televisive di prodotti alimentari come certi yogurt, sembrano strutturate per spingere la vendita di farmaci anticolesterolo. Che senso avrebbe, infatti, la frase che compare alla fine di questi spot, che recita all’incirca "chiedi al tuo medico per una corretta indicazione", se non fare pubblicità occulta a una statina, farmaco base contro il colesterolo? O forse i pubblicitari intendevano dirci che per consumare uno yogurt serve la prescrizione medica? Credo che gli organi preposti dovrebbero tempestivamente intervenire, quantomeno per non farci sentire presi in giro.

Advertisement

Colesterolo e malattie cardiovascolari. Qual è il legame?

Ma da dove nasce la diffusa convinzione relativa alla dannosità del colesterolo? Si tratta di una correlazione ben documentata: chi mangia tanto ha più colesterolo, che viene accumulato, trattandosi di una molecola utile, e chi mangia tanto è mediamente più grasso, e quindi più esposto a patologie cardiovascolari. Ecco trovata la correlazione tra colesterolo e malattie cardiache. Con un solo difetto: una correlazione non è un nesso di causa. È solo un legame temporale tra due eventi di entità simile, che non necessariamente sono causa o effetto l’uno dell’altro. Alte quantità di colesterolo rappresentano un moderato fattore di rischio per alcune patologie cardiovascolari già in essere. Tuttavia, la sola presenza di materiale “potenzialmente pericoloso” non porta necessariamente a sviluppare aterosclerosi o infarto. Aumenta solo, in misura contenuta, il rischio complessivo. Rischi ben più alti sono legati al fumo, al diabete, all’ipertensione, all’obesità, alla sedentarietà, alla predisposizione genetica, come risulta evidente dalle carte europee del rischio “Score” o da quelle italiane dell’Istituto Superiore di Sanità sul rischio a 10 anni di morte cardiovascolare.

Perché il colesterolo fa “anche” bene

Il colesterolo in verità è precursore di numerose molecole di alto valore biologico, come il cortisolo (importante per l’umore e l’energia vitale), gli steroidi anabolizzanti (per costruire massa muscolare), gli steroidi sessuali (estrogeni e testosterone), la vitamina D (indispensabile al mantenimento della durezza ossea), il coenzima Q10 (cofattore fondamentale per la funzionalità delle cellule), alcuni componenti della guaina mielinica (per la funzionalità nervosa), certe sostanze dei succhi biliari (per la digestione), e altro ancora. Non c’è da stupirsi, dunque, nel prendere atto del fatto che riducendo il valore del colesterolo si ha minore capacità di rispondere allo stress, si costruisce meno massa muscolare, si riducono fertilità e desiderio sessuale, si perde massa ossea e capacità metabolica, si progredisce più rapidamente verso il diabete.

Più ne mangi meno ne produci

Molti pensano, erroneamente, che il colesterolo nel sangue sia diretta espressione del colesterolo assunto con il cibo. Nulla di più falso. La produzione interna di colesterolo parte, infatti, da un composto chimico chiamato acetil-coenzima A, il quale è conseguenza di qualunque eccesso alimentare: di grassi, di zuccheri o anche di proteine. Dunque l’astensione da uova e formaggi, se non abbinata a una riduzione delle calorie complessive, non è minimamente in grado di ridurre i livelli di colesterolo totale. Al contrario, l’assunzione di questi cibi rappresenta il più potente inibitore naturale di un enzima chiave per la produzione di colesterolo, il cui nome è (lo citiamo per gli addetti ai lavori) HMG-CoAreduttasi. In altre parole: se mangio colesterolo, attraverso cibi che ne sono ricchi, mi si blocca, la produzione interna. Alcuni studi documentano addirittura una capacità delle uova di ridurre il colesterolo circolante proprio attraverso l’azione appena descritta di inibizione naturale statino-simile (review del 2012 di ML Fernandez Rethinking dietary cholesterol). Errato quindi il detto “non più di due uova a settimana”.

Farmaci inutili o addirittura dannosi

Gli ultimi lavori scientifici sulle statine e sui più recenti farmaci anticolesterolo (PCSK9 inibitori), non solo non hanno generato alcun vantaggio in termini di morti cardiovascolari ma, in alcuni casi, hanno visto addirittura impennarsi il numero di decessi nel gruppo trattato con farmaci rispetto al placebo. Si vedano in proposito lo studio Fourier, per testare il principio attivo evolocumab, che ha generato (nonostante sia stato interrotto in anticipo) 251 morti sotto farmaco contro 240 con il placebo, e lo studio sul bococizumab, anch’esso interrotto, che non verrà mai reso pubblico. In sintesi: hanno fatto credere così bene per anni che il colesterolo fosse il peggior killer cardiovascolare al mondo che hanno iniziato a crederci senza alcun filtro critico. Col risultato di vedere poi fallire miseramente i più recenti e costosissimi studi su farmaci che erano efficacissimi nell’abbassare il colesterolo Ldl, ma che nello stesso tempo uccidevano più persone rispetto a quelle trattate con il placebo. Meno male che la medicina segue ancora la scienza e non il marketing. Lavorare sullo stile di vita con un’alimentazione più sana e la giusta quantità di esercizio fisico potrà senza dubbio portare risultati più convincenti, risparmiando i fastidiosi effetti collaterali di questi farmaci.

 

Colesterolo, killer o alleato? - Ultima modifica: 2019-01-24T09:00:46+01:00 da Sabina Tavolieri

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome