Racconto
Arianna Porcelli Safonov: cosa mi rende felice?

Arianna Porcelil Safonov
Foto di Cartacarbone Gregorio Adezati, Francesco Marconcini
5 | 1 voto/i

La musica, il cibo, sì sì il cibo... Dalle parole della famosa comica e scrittrice Arianna Porcelli Safonov, un racconto divertente sullo stato d’animo che tutti desideriamo e su come ciascuno di noi cerchi la propria ricarica personale di piacere. [Racconto con endorfine incluse]

Lo strano caso del digiuno felice

Quando sono felice oramai me ne accorgo. Funziona così: mi sudano le mani, mi prude la cute, mi si secca la bocca e mi viene voglia di ascoltare musica di cui mi vergogno, tipo dance anni novanta, per capirci, quella che si ascolta da ragazzini perché l’ascoltano tutti e alla fine finisce per piacerti per osmosi.
Poi cammino veloce e mi sento carina anche se sono vestita da sherpa.
In sostanza, per me, la felicità, è una sensazione bizzarra che mescola disidratazione, nervosismo e musica di merda: non so quale di queste componenti incentivi le altre.
Inoltre, nella maggior parte dei casi, non capisco il motivo della mia felicità. Ed è un peccato perché se scoprissi l’origine potrei replicarla, prolungarla ed invece non conosco la procedura; succede che di colpo io mi senta così felice che bacerei la gente per strada o mi fermerei sulle strisce pedonali, abitudine che, se non sei nato a Brixen, non sempre viene automatica, ma quando sono felice, la gentilezza sopraggiunge come conseguenza logica, quindi non come il sudore o il prurito alla cute ma come azione di riconoscenza consapevole.
Credo però di aver capito, dopo tutti questi anni, che la felicità, nel mio caso, potrebbe essere associata al cibo.

Vi sono infatti diversi modi per incentivare la produzione degli “ormoni del piacere”, ve l’hanno spiegato nella pagina precedente. C’è poi il massaggio, ci sono gli oli essenziali, l’esposizione ai raggi solari, persino alcuni colori tipo il rosso, l’arancione, il lilla anche se si usa in Quaresima, e l’agopuntura.
C’è la preghiera e ci sono i mantra, anche se non capiamo cosa dicono e forse proprio per questo sollecitano le endorfine.
Ipnosi, elettrostimolazione, esercizio fisico, la bella abitudine di accarezzare un animale domestico, quella di passeggiare nei boschi sono tutte azioni che stimolano la produzione di endorfine endogene.
Per favorirne la concentrazione ci sono anche tutti quei movimenti sereni ed equilibrati come danzare, nuotare, camminare e non ultimo, fare l’amore: tutti sport che andrebbero praticati con consuetudine, da soli o in compagnia ma non troppa altrimenti possono diventare fastidiosi, specialmente l’ultimo. Per me, invece, come vi dicevo, ho il sospetto che vi sia il cibo sopra ogni cosa e non lo dico per piaggeria nei confronti di un magazine che si occupa di cucina. Lo penso da tempo, da molto prima che imparassi a leggere e scrivere.
Il cioccolato, il peperoncino, la cannella, lo zafferano che adoro, lo zenzero che pare faccia così bene che alla fine me lo faccio piacere per forza. Sulle ostriche è già stato detto tutto, poi ci sono i semi di zucca, le arachidi che fanno venire i cuscinetti al sedere ma sono così simpatici perché ci tengono sempre tanta compagnia agli aperitivi: tutte queste cose buone da mangiare aumentano la produzione di endorfine, ormoni del benessere, e il mio corpo lo sa, perciò ne vuole in continuazione. Non si tratta di bulimia perché ogni volta che ne mangio sto benissimo, anche se faccio in modo che accada più spesso possibile, nell’arco della giornata che, inter nos, vorrei fosse costellata di pasti.

Advertisement

Spero tanto capiti anche a voi ma io, quando mi accordo con gli amici per andare a mangiare in un posto che ho cercato con tutte le mie forze e le mie modeste competenze, quando arriva il giorno stabilito e parto con la macchina e magari affronto un viaggio di tre, quattro ore soltanto per andare a mangiare, tutto quel tempo è già un tempo di giubilo, un rituale che mi provoca una gioia che non riuscirei a provare nemmeno nel caso in cui mi venisse incontro un bellissimo bambino biondo e mi abbracciasse sostenendo di essere mio figlio, senza che io lo abbia dovuto partorire e svezzare e fare tutte quelle operazioni che distruggono una ragazza. Si tratta di un momento così importante per la mia salute emotiva che decido di trascurare la salute gastrointestinale e di abbandonarmi anche a operazioni turpi che appartennero agli antichi, ai consoli più corrotti dell’Impero romano per cui sarei disposta a starmene nella sala da pranzo per giorni, avendo però un triclinio perché la mia schiena non è più quella di una volta.
Mangiare mi riempie di endorfine ma anche raggiungere i posti dove mangerò, parlare con la gente che prepara quel cibo, andare nel bagno del ristorante anche quando è finita la carta igienica perché, converrete con me che, quando il piacere viene interrotto nel bel mezzo del suo epicentro e si riprende poi con maggior veemenza, è tutta un’altra, bellissima cosa. 

Seguendo questa mia teoria che pare combaciare con la realtà, immaginerete la delusione che provo quando sono felice a stomaco vuoto: mi sembra un evento contronatura, qualcosa che si presenta senza motivo apparente, a contraddire la mia capacità di conoscermi, di sapermi ascoltare e così, mentre resto immobile, in macchina, felice ma a digiuno, davanti ad una striscia pedonale, a far passare decine di sconosciuti, mi indigno. E non è un bel gesto nei confronti dell’universo arrabbiarsi da felici ma io quando non capisco qualcosa ho questa reazione.
Provo a ripartire e mi si spegne il motore e, insieme ad esso, anche la musica che stavo ascoltando, smette di suonare e io insieme a lei, smetto di essere felice. Allora capisco che la musica potrebbe essere un altro attivatore di endorfine non da poco ed è una bellissima notizia.
Riaccendo il motore, riparte la musica e mi sento di nuovo benissimo ma, nel dubbio, accosto ed entro in rosticceria perché è meglio non fidarsi di una canzone che dura sempre meno di un panino. E forse è per questo che gli esperti dicono di mangiare lentamente: per essere felici più tempo possibile.

Arianna Porcelli Safonov

Arianna Porcelli Safonov: cosa mi rende felice? - Ultima modifica: 2024-05-07T17:44:05+02:00 da Redazione

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome