Che l’orario avesse una certa importanza lo aveva già suggerito la ricerca scientifica. Bere caffè al mattino, e non durante la giornata, è risultato associato a un minore rischio cardiovascolare e a una maggiore longevità, come ha mostrato uno studio pubblicato sull’European Heart Journal all’inizio del 2025 (se ne parla in questo articolo). Finora, dunque, l’attenzione era concentrata sugli effetti del momento del consumo in relazione alla salute del cuore. Ma la ricerca più recente amplia la prospettiva e guarda anche all’impatto sull’energia e sull’umore, osservando come cambiano nel corso della giornata in base all’orario in cui si assume caffeina.
Quando il caffè rende più felici
A indagare questa relazione è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Bielefeld, in Germania, e dell’Università di Warwick, nel Regno Unito. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha seguito per due o quattro settimane più di duecento giovani adulti, invitandoli a segnalare più volte al giorno dopo l’assunzione di bevande contenenti caffeina – come caffè, tè nero o verde, cola o energy drink – quali emozioni stessero provando. Sono stati così raccolti oltre ventimila questionari, che hanno permesso di ricostruire con grande precisione il legame tra consumo di caffeina e variazioni del tono emotivo.
I risultati sono chiari: la caffeina è associata a un aumento delle emozioni positive, come sentirsi più contenti o motivati, ma non sembra ridurre in modo altrettanto costante quelle negative. L’effetto più marcato si osserva nelle prime due o tre ore dopo il risveglio, quando la caffeina aiuta a superare la naturale inerzia mattutina e favorisce una maggiore prontezza. In seguito l’associazione si indebolisce, per poi riemergere in forma attenuata verso fine giornata.
Dipende anche da stanchezza e compagnia
Gli studiosi hanno valutato anche altri fattori che possono influire sull’effetto della caffeina. È emerso che le persone che si sentono più stanche del solito tendono a sperimentare un incremento più evidente del benessere dopo aver sorseggiato una tazza di caffè & Co. Al contrario, quando il caffè viene bevuto in compagnia, l’effetto positivo risulta meno percepibile, forse perché l’interazione sociale modula già di per sé l’umore. Nessuna differenza significativa è invece stata riscontrata tra chi dorme meglio o peggio, né in base alla presenza di sintomi di ansia o depressione.
Gli autori sottolineano che lo studio è di tipo osservazionale: non stabilisce un rapporto diretto di causa ed effetto, ma fotografa il comportamento delle persone nella vita reale. Tuttavia conferma un dato familiare a molti: la prima tazza del mattino resta quella più appagante. A spiegare questa sensazione intervengono meccanismi biologici – la caffeina blocca i recettori dell’adenosina, stimolando dopamina e noradrenalina – ma anche psicologici, legati all’aspettativa e al rituale del caffè.
Una tazzina molto studiata
Nel complesso, le nuove evidenze rafforzano l’idea che la caffeina, se assunta con moderazione e senza zuccheri aggiunti, possa sostenere non solo la concentrazione ma anche il tono positivo, soprattutto al mattino o nei momenti di stanchezza. È invece opportuno evitarla nelle ore serali, quando può interferire con il sonno. Insomma, lo studio sul ruolo dell’orario ha allargato lo sguardo sul caffè, finora analizzato soprattutto per i suoi effetti sulla salute cardiovascolare e sulla longevità, come nel lavoro pubblicato quest'anno sul Journal of Nutrition. Oppure per scoprire i diversi effetti che in questi anni sono stati addebitati alla tazzina di caffè, da quelli sulla pressione, sulla pelle o l’azione bruciagrassi, potete leggere l'articolo del blog Caffè: gli effetti che non ti aspetti.





