Glutine e dintorni
Che succede quando si toglie il glutine senza una diagnosi?

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Una dieta gluten free potrebbe sembrare una soluzione semplice per certi disturbi intestinali. Ma secondo una recente ricerca finlandese, chi la segue per anni senza una diagnosi medica, non solo rischia di non migliorare, ma può anche sentirsi peggio

Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che eliminano spontaneamente il glutine dalla dieta pur senza una diagnosi di celiachia o di altre reazioni avverse al frumento, come le allergie. Spesso alla base ci sono disturbi intestinali non meglio identificati, come gonfiore, dolori addominali o alterazioni del transito intestinale che portano a sospettare una sensibilità al glutine non identificata. Ma cosa accade nel lungo periodo a chi si autoprescrive questo tipo di dieta senza una reale necessità clinica? Uno studio finlandese, appena pubblicato sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, ha cercato di rispondere a questa domanda, fornendo risultati interessanti, ma non necessariamente rassicuranti.

Tutto è iniziato 30 anni fa

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A metà degli anni ’90, un gruppo di ricercatori dell’Università di Tampere ha selezionato 76 persone adulte che lamentavano sintomi intestinali dopo aver consumato cereali contenenti glutine, ma che non erano affette da celiachia né da allergia al frumento. Circa 25 anni dopo, i ricercatori sono riusciti a ricontattare 28 di loro per sottoporle a un controllo medico completo. Il gruppo è stato confrontato con due gruppi di riferimento: 160 individui sani e 128 pazienti con celiachia non ancora trattata con la dieta.

I risultati e le implicazioni

Nessuno dei partecipanti degli anni ’90 ha sviluppato la celiachia o malattie gastrointestinali diagnosticabili e tutti avevano ancora un profilo anticorpale negativo per la celiachia. Tuttavia, il gruppo presentava più sintomi gastrointestinali rispetto ai controlli sani, in particolare per quanto riguarda gonfiore, dolore addominale e stipsi. E le persone che avevano continuato a evitare il glutine non stavano meglio di quelle che lo avevano reinserito. Non solo: rispetto ai controlli, questi soggetti mostravano anche una qualità della vita inferiore, sia dal punto di vista fisico che psicologico, con punteggi peggiori in termini di ansia, vitalità, percezione della salute generale e senso di controllo personale. Dodici persone su 28 presentavano tutti i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

Una decisione da non prendere da soli

In conclusione, sebbene si tratti di un campione numericamente limitato, lo studio suggerisce che l’esclusione a lungo termine del glutine dalla dieta, in assenza di una diagnosi specifica, non solo non porta necessariamente benefici, ma può addirittura associarsi a un peggioramento della qualità della vita. Ancora una volta, la scelta di seguire una dieta senza glutine andrebbe sempre valutata con attenzione e con l’assistenza di uno specialista.

Che succede quando si toglie il glutine senza una diagnosi? - Ultima modifica: 2025-08-20T08:00:12+02:00 da Barbara Asprea

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