Da ciò che mangiamo e da come lo facciamo si capisce molto di noi. Così la pensa l’attore Ennio Fantastichini che in questa intervista ci racconta il suo amore per il buon cibo e i buoni valori della vita
Per noi di Cucina Naturale il cibo, e tutto ciò che vi ruota intorno, è anche impegno culturale e civile e siamo molto attenti a diffondere e far conoscer stili di vita e iniziative sostenibili. Ci fa quindi molto piacere intervistare personaggi sensibili alle problematiche umane e sociali. Come Ennio Fantastichini, noto attore di cinema e teatro. Ma Ennio ha anche fama di gran cuoco e amante della buona tavola e così abbiamo iniziato la conversazione con argomenti più leggeri e a noi più noti.
È vero che ami molto stare in cucina?
Certo, è una passione che risale all’infanzia, grazie alla mamma che mi ha iniziato alla cucina romana. Una passione che è aumentata nel tempo e che è stata veicolo di indipendenza, perché mi ha aiutato a sopravvivere quando, quindicenne, me ne andai di casa e feci svariati lavori che mi permisero di mantenermi all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Interessante questo collegamento tra cucina e indipendenza
C’è un forte legame, basti vedere quante persone si riducono ad alimentarsi di cibo di qualità scadente solo perché è già pronto. Cerco anche di produrre i cibi in proprio, sia per averli freschi sia per ridurre tutti i passaggi e l’inquinamento causato dal loro trasporto. Ho un orto e due uliveti a Tivoli e a Pantelleria che mi consentono di avere il mio olio: raccogliere le olive è un rito antichissimo e che io ritengo addirittura terapeutico, consiglierei invece cha andare in palestra di praticare l’olivoterapia! Come si faceva una volta, quando le famiglie si aiutavano vicendevolmente nella raccolta, senza costi aggiuntivi e vigeva il baratto. Questo radicamento tribale, totemico, con gli ulivi di mio padre è un veicolo per sentire ancora viva la sua presenza. Cerco di passare questo legame anche a mio figlio Lorenzo.
Che tipo di cucina è la tua?
Amo molto quella italiana, ma ho girato film ovunque, India, Australia, Marocco, Francia, Bulgaria e quindi conosco e mi piacciono anche le cucine del mondo, da quella indiana, che per me è la più raffinata, a quella francese, meravigliosa con tutti i suoi piatti regionali. E mi piace preparare pranzi in cui si mischiano tutte queste tradizioni, iniziando magari con un crostino toscano per finire con un tandoori, passando dalle cicorielle con olive taggiasche addolcite dal melograno. E sono stimolato a farlo soprattutto in previsione di una cena galante.
Cibo e salute: che hai da dirci in proposito?
Intanto che dal dopoguerra mangiamo troppo, soprattutto troppa carne di pessima qualità e, ormai è risaputo, questo danneggia la salute. Io cerco di mangiare in modo corretto: quando riesco a iniziare la giornata con la centrifuga di carote, sedano, prezzemolo, rapa rossa e mela e a fare pranzi a base di puntarelle, broccoli e pesce, mi sento bene anche perché riesco a controllare meglio il peso. Un episodio di quanto siano correlati cibo e salute risale ad anni fa, durante la lavorazione di un film a Las Vegas: rimasi colpito da una ragazza enorme che stava consumando una colazione spaventosamente calorica e che si guardava intorno con aria di sfida ed esibizionismo. Era evidente che non aveva una percezione di sé e mi ha fatto, oltre che una tristezza infinita, riflettere su come la maleducazione alimentare si possa poi trasformare in patologia fisica e mentale.