L'editoriale del direttore
NO PANIC
Cavalcavia del Ghisallo, traffico inesorabile,
i classicissimi 30 minuti milanesi per percorrere un singolo viale godendosi l’ameno paesaggio. Dopo un’allegra quantità di tempo a respirare PM10, A., mio vecchio amico di università, controlla sul cellulare che ore sono ormai su Plutone e succede la iattura: il telefono cade tra il bracciolo e il sedile. E mentre cerca di recuperare l’oggetto ormai sparito per sempre nel triangolo delle Bermude qualcosa non torna, tipo la sua lucidità. Tachicardia improvvisa, ansia, vertigini. Ok ci siamo: è un attacco di panico. Potrebbe anche essere una correlazione tra età anagrafica e tollerabilità alla circolazione milanese alias guerra civile stradale, ma è più verosimilmente un attacco di panico.
Si chiede perché, pensa sia il lavoro, le preoccupazioni e tutto quello che gli sta succedendo in quel periodo; il vaso dello stress è così pieno che il suo muscolo cardiaco sembra voler esplodere.
“Se qualcuno mi avesse detto di pensare alla pancia invece che al cervello, forse sarebbe cambiato tutto”. Così mi disse, qualche tempo dopo. Ed aveva pienamente ragione.
Il disturbo di panico è un problema serio non affrontabile in questa sede, ma le ansie, anche quelle anticipatorie, possono non essere causate dal lavorìo mentale ma dallo stato dell’intestino in quel particolare momento/periodo: questa informazione è molto importante, soprattutto per chi ne soffre saltuariamente, perché può infondere, durante il momento ansiogeno, una certa calma in vista di una soluzione disponibile.
La correlazione tra infiammazione, disbiosi intestinale e ansia è ormai acclarata; lo studio sulle interazioni tra flora batterica intestinale e cervello (gut-microbioma-brain axis) certifica che i processi infiammatori dell’intestino creano ripercussioni sul sistema nervoso centrale. Un articolo pubblicato sulla rivista Microbiome valuta positivamente l’effetto terapeutico dell’assunzione di ceppi di batteri nel trattamento di disturbi come ansia e depressione. E questi ceppi di batteri dovrebbero essere normalmente presenti nella nostra flora intestinale: perché alcuni di noi ne sono carenti? Come scriviamo a pag.22, la guerra ai microbi dell’ultimo secolo ha impoverito i nostri alimenti, ma la causa principale è come e cosa mangiamo quotidianamente.
Un microbiota in salute può farci affrontare tutto, dalle ansie alle patologie. E’ quindi necessario consumare prebiotici e probiotici, per selezionare una popolazione di batteri intestinali favorevoli. Tra poche pagine troverete la lista dei migliori in campo. La verità è che viviamo in un mondo dove il cibo è continuamente sterilizzato, e per tornare ad avere un corpo sano l’unico modo è scegliere, cucinare e mangiare naturale.
Chiara Fumagalli
Cucina Naturale di marzo è disponibile in edicola dal 27 febbraio (a 3,90 euro) o in abbonamento nella tradizionale versione cartacea, oppure nella versione digitale, per una comoda e immediata lettura e archiviazione su supporti digitali.