Krav maga
Sapersi difendere, restando in forma

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Muovere il corpo e bruciare calorie mentre si impara a proteggere sé stessi in caso di pericolo? Suona molto bene ed è possibile con la pratica di difesa personale Krav Maga, un sistema di combattimento insegnato a livello mondiale
Alessandro Marzola

Se ci si sa comportare nel modo giusto, anche le strade delle città meno sicure non faranno più paura. E per saper reagire al meglio in ogni situazione, entra in gioco la disciplina di origine ebraica del Krav Maga (si pronuncia con l’accento sulla “a”). Tradotto in italiano dall’israeliano, Krav Maga significa “combattimento a corta distanza" o "lotta a contatto" ed è un sistema di difesa personale, da non confondere con un’arte marziale. Abbiamo intervistato Alessandro Marzola, Security Krav Maga Instructor e fondatore della IKMM Krav Maga Milano, che ha studiato ed imparato con il master Gabi Noah, allievo diretto del fondatore IMI Lichtenfeld.

Un corso per tutti

Nato in ambito militare e poi trasferito in ambito civile, il Krav Maga ha vissuto un’evoluzione e le tecniche insegnate in palestra oggi risultano un po' diverse da quelle originarie praticate dai soldati, ma sempre orientate alla difesa personale, in qualsiasi situazione di pericolo.

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«Questo sistema di difesa personale è adatto a tutti, in palestra i corsi sono frequentati dai bambini di 4 anni fino a 70 anni e non ci sono assolutamente controindicazioni. Chiaramente, provvediamo a modulare l’allenamento in base alla capacità fisiche ed alle esigenze della singola persona. Il Krav Maga deve essere considerato come una sorta di “medicina”, che chiunque può tenere in casa ed usare solo in caso di bisogno, solo se necessario. È importante saper difendere sé stessi ed i propri cari, e ancora prima avere quella sicurezza a livello psicologico che permette di vivere tranquillamente, senza paura, senza evitare esperienze solo per il timore del pericolo. Poter camminare per strada e sapere come affrontare ogni situazione è una delle libertà più grandi che ci siano».

La lezione-tipo

«La lezione inizia con un riscaldamento che comprende corsa e giochi tecnici che stimolano i riflessi di gambe e braccia, utilizzando anche il colpitore o interagendo con i compagni di corso. Poi è il momento del potenziamento muscolare: esercizi semplici e adatti a tutti che permettono di lavorare in modo completo, coinvolgendo tutti i gruppi muscolari.  Vengono allenati gambe, pettorali, addominali, bicipiti e tricipiti per arrivare ad ottenere una buona muscolatura favorendo la scioltezza dei movimenti».

Il cuore del corso è l’allenamento alle pratiche di difesa, andando a riprodurre le svariate situazioni di pericolo, dal semplice schiaffo in faccia allo scippo della borsetta, dal tentato stupro alla minaccia con arma da fuoco fino all’aggressione da parte di più persone.

«Occorre ricreare la situazione di stress più verosimile possibile, così da allenare il riflesso e la reazione in modo efficace. Come? Un esempio è quello di portare gli allievi in un parcheggio sotterraneo e insegnare accorgimenti importanti da utilizzare nel salire o scendere dall’auto o raggiungere il proprio portone dal parcheggio in modo sicuro. Uno degli elementi più importanti avviene ancora prima della difesa fisica: evitare lo scontro è il successo più grande».

Evitare lo scontro: prevenire è meglio che curare

Quest’ultima frase del maestro Alessandro Marzola ci ha incuriositi davvero tanto, scoprendo che le tecniche del Krav Maga servono innanzitutto per evitare lo scontro, e poi per difendersi da situazioni di aggressione.  La pratica, infatti, si fonda su valori morali ed umani, dando risalto all'integrità della persona e alla non-violenza.

«L’impostazione del corso dipende dal maestro; io – che ho imparato da un allievo diretto del fondatore del Krav Maga - dedico l’80% circa della pratica a come non usare la violenza, ma gestire le aggressioni verbali prima che diventino fisiche».

Tra gli altri corsi, nella palestra della IKMM Krav Maga Milano si tiene Stop Bullying, che insegna ai bambini come gestire i diverbi tra coetanei e non andare allo scontro, ma anche come gestire l’aggressione fisica e cercare di minimizzare i danni. «Il feedback da parte dei genitori è molto positivo: riscontrano una maggiore disciplina dei loro figli, un po' come avviene per le arti marziali, ed una maggiore sicurezza in sé stessi. È importante che i ragazzi e bambini capiscano che non devono tollerare certi comportamenti e che sappiano utilizzare un linguaggio corretto per affrontare situazioni di attacco, senza mai varcare il limite ed eccedere nella difesa».

 

 

 

Sapersi difendere, restando in forma - Ultima modifica: 2020-09-17T10:26:24+02:00 da Sabina Tavolieri

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