Protezione & buone abitudini
Sicuri sotto il sole in 3 step


Esporsi al sole con saggezza, spalmare la crema nel modo giusto e scegliere il solare perfetto. Sono questi i 3 pilastri per un’abbronzatura sana e senza ombre

È arrivata l'estate e con lei il sole di cui abbiamo bisogno perché regola la produzione di vitamina D, alcune funzioni ormonali ed è perfino un antidepressivo naturale. Esiste però un sole sicuro? Sappiamo che se esageriamo con l’esposizione la pelle può invecchiare velocemente e possono insorgere anche altri problemi più gravi. Da un Position Paper pubblicato dalla dermatologa Pucci Romano, presidente di Skineco (Associazione Internazionale di Ecodermatologia), insieme a un gruppo di esperti del settore, si evince che per evitare brutte sorprese bisogna prendere il sole nel modo giusto.

Esporsi gradualmente

La giusta modalità di esposizione al sole risponde a un'unica parola: gradualità. Secondo i dermatologi la maggior parte degli italiani avrebbe in sé le difese naturali per proteggersi dall’intensità dei raggi solari alle nostre latitudini. Un tempo però ci si esponeva alla luce solare dalla primavera e così il corpo poteva produrre gradualmente la melanina necessaria per proteggere la pelle e abbronzarla, si creava un certo ispessimento cutaneo e si iniziava a produrre vitamina D, tutti fattori protettivi. Oggi passiamo al chiuso la maggior parte dell’anno, tranne brevi periodi estivi in cui sottoponiamo un’epidermide impreparata a un’overdose di raggi Uv. Se possibile quindi è bene iniziare a prendere il sole dalla primavera e, per favorire la salute della pelle, fare il pieno di antiossidanti mangiando tanta frutta e verdura.

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Come applicare la crema solare

Nonostante l’uso pervasivo di creme e latti solari, i tumori della pelle non stanno affatto diminuendo. La ragione, secondo i dermatologi, è che questi prodotti non vengono applicati correttamente. Le creme solari vanno messe prima dell’esposizione e riapplicate ogni due ore e comunque sempre dopo aver sudato, aver fatto il bagno e se la sabbia o stoffe hanno sfregato sulla pelle. La protezione risulta efficace, inoltre, solo se applicata in quantitativo sufficiente, e cioè 2 mg per centimetro quadrato di pelle scoperta. Insomma, una faticaccia. Se volete ridurre questo tour de force durante le ore più calde della giornata, cioè dalle 11 alle 16, evitate di esporvi al sole, oppure copritevi con delle tuniche o magliette leggere ma non trasparenti, corredate da cappelli con la tesa o la visiera e occhiali da sole.

Scegliere il prodotto giusto

Che sia un latte, più facilmente spalmabile, o una crema, più corposa e quindi spesso più idratante, l’importante è che i prodotti che scegliete abbiano una protezione di almeno 30 spf e che proteggano anche dagli Uva, i raggi più pericolosi, quelli che provocano i tumori, mentre gli Uvb sono quelli che arrossano la pelle. Gli ingredienti principali di questi tipi di cosmetici sono i filtri solari, sostanze che non si conoscono ancora fino in fondo. Il rischio è che riescano a superare la barriera dell’epidermide e ad accumularsi nel nostro corpo, soprattutto quando si tratta di nano particelle. Sono davvero minuscole, basti pensare che ne occorre 1 milione per fare un millimetro. Per precauzione l’Unione europea obbliga i fabbricanti di cosmetici e solari a inserire in etichetta la scritta “nano” accanto al nome dell’ingrediente. Così anche noi possiamo essere previdenti.

I filtri da evitare

Quando a penetrare nel nostro corpo sono sostanze sospettate di interferire con il sistema ormonale l’attenzione deve essere massima, perché potrebbero diventare almeno concause di disturbi e malattie. Le ombre si addensano in particolare su queste sostanze: Octocrylene, Oxybenzone (in etichetta si può trovare anche con il nome di Benzophenone-3 o di 2-Hydroxy-4-methoxybenzophenone), Avobenzone, Homosalate, Octisalate che si può trovare anche come Ethylhexyl salicylate. Siccome l’Unione europea permette l’utilizzo di ben 29 diversi filtri solari, meglio esercitare il diritto di scelta.

La certificazione ecobio

I cosmetici certificati ecobio utilizzano filtri fisici, soprattutto l’ossido di zinco (Zinc Oxide). Si chiamano così perché rivestono la pelle di uno strato invisibile che riflette la luce del sole, rimandandola per così dire al mittente. Quelli di ultima generazione sono molto spalmabili e non lasciano più la scia bianca. L’importante anche in questo caso è che non siano in forma nano: verificate nell’elenco degli ingredienti che accanto alla scritta Zinc Oxide non ci sia la scritta nano. Spesso vengono inseriti anche estratti vegetali che potenziano quest’azione. Un esempio è l’olio di Pongamia, un albero originario dell’India che contiene naturalmente delle proprietà che migliorano la protezione. Il gamma orizanolo (Gamma Oryzanol in etichetta) che si ottiene dall’olio di crusca di riso, oltre a rafforzare l’azione dei filtri solari, è anche un potente antiossidante che ripara la pelle dai danni del sole. Controllate che nella formulazione della vostra crema o olio solare siano presenti anche Vitamina C, tocoferoli o carotenoidi, tutti composti con una potente azione antiossidante.

Sicuri sotto il sole in 3 step - Ultima modifica: 2025-06-18T15:46:46+02:00 da Sabina Tavolieri

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