Il DNA si lascia volentieri suggestionare dal tipo di alimenti con i quali scegliamo di nutrirci, facendo esprimere (o meno) i geni a favore della nostra salute, secondo un meccanismo chiamato epigenoma. Ciò è possibile perché il DNA si comporta come un insieme di strumenti musicali e a scegliere quale sinfonia verrà eseguita è appunto l’epigenoma, una sorta di direttore d’orchestra che può venire influenzato da un buon pasto, tanto che alcune molecole contenute nei cibi lo convincono a imbavagliare i geni della vecchiaia, i cosiddetti gerontogeni, e a fare lavorare di più quelli della buona salute e della longevità. Se sembra strano che un acino d’uva possa persuadere il DNA a mantenerci in salute, va ricordato che la nutrigenomica, ossia la disciplina che studia l’interazione tra cibo e DNA, è considerata una delle vie più sicure da percorrere per prevenire l’insorgere di vari tipi di patologie. Ecco apparire in scena quegli alimenti che, se utilizzati spesso e in buone quantità, possono regalarci la possibilità di vivere bene e a lungo. Apriamo dunque le porte - del frigorifero ovviamente, alle antocianine del radicchio e delle arance rosse; alla fisetina delle mele e delle fragole; alla capsaicina del peperoncino; alla quercetina contenuta in asparagi, cioccolato fondente e capperi; al resveratrolo dell’uva; all’epigallocatechingallato del tè e alla curcumina della curcuma. Il cibo spazzatura, al contrario, è pieno di sostanze che attivano i gerontogeni, geni che farebbero meglio a rimanere assopiti.
Cibo e DNA in numeri
25.000: sono i geni che compongono il genoma umano. A gestire questa enorme mole di codici è l’epigenoma, ossia l’insieme di reazioni chimiche che possono fare esprimere o meno i geni, il quale viene influenzato anche dall’alimentazione.
30%: è l’aumento della vita dei topi ai quali è stata soppressa l’espressione di un solo gerontogene. Questi geni vengono stimolati sia quando mangiamo cibi poco sani, i cui metaboliti danneggiano le cellule, sia quando facciamo pasti troppo abbondanti.
92 mg: sono i milligrammi di cianidina, un polifenolo, in 100 g di radicchio rosso. Questo antiossidante è responsabile del colore violaceo. Oltre a silenziare i geni dell’invecchiamento, esercita un effetto protettivo su cuore e vasi sanguigni.
Ecco una ricetta in cui le mele regalano fibre che nutrono la flora intestinale, le nocciole sono una buona fonte di fitosteroli, il radicchio rosso un buon antinfiammatorio.