Biologico
La rivincita del Trebbiano


Un vitigno che sembrava destinato a un posto di second’ordine ha ripreso smalto nella sua culla d’origine, l’Abruzzo. Con bottiglie per tutte le occasioni. Non perdete queste versioni bio

La parabola che ha portato il Trebbiano a essere l’uva bianca più diffusa nel centro Italia la si deve a tre aspetti peculiari: l’abbondanza e la costanza produttiva, la facile adattabilità a ogni tipo di terreno, la creazione di vini equilibrati anche se un po’ neutri dal punto di vista organolettico. Tutte caratteristiche perfette per la logica quantitativa degli anni ‘70 e ‘80. Quando, sul finire del secolo, il vento iniziò a cambiare in favore della qualità, il Trebbiano sentì la concorrenza di altri autoctoni dalle timbriche organolettiche più decise. Era dunque destino che la pallida uva fosse relegata a un ruolo da comprimario, adatta solo per produzioni massive e da basso prezzo? Non è andata così anche se ci siamo andati vicini.
L’affetto per la varietà di buona parte dei vignaioli, l’uso di pratiche biologiche che per natura sono lontane da ogni tipo di forzatura e anche la moda per vini di facile bevibilità, hanno trainato quella che, a tutti gli effetti, è una vera e propria riscossa del Trebbiano.
Edoardo e Francesco Paolo Valentini, famosi produttori abruzzesi, noti per il loro straordinario Trebbiano d’Abruzzo, vino di culto tra gli appassionati, sono stati fonte d’ispirazione per molti altri.

Oggi c’è una florida produzione, con prodotti per tutte le tasche.

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Decisamente centrato, tra i prodotti che godono di un elevato rapporto qualità/ prezzo, è il Trebbiano d’Abruzzo Biologico Doc (8 euro) della Cantina Tollo, nel chietino: non filtrato, ha profumi di nocciola fresca e un sorso sapido, di grande scorrevolezza.

La Cantina Ausonia di Atri usa un approccio biodinamico per le vecchie vigne con cui produce il suo Trebbiano d’Abruzzo Apollo Doc (12 euro): ottenuto da fermentazione spontanea, ha profumi di frutta gialla con lievi accenti vegetali e un corpo armonico, dalla beva spigliata.

Un piccolo gioiello della tipologia è il Trebbiano d’Abruzzo Superiore Mario’s Doc (13 euro) della Tenuta Terraviva di Tortoreto che fermenta con lieviti indigeni e riposa per un anno in botte di legno: dorato nella veste, ha profumi di frutti e piacevoli accenti speziati.

Il nome di Torre dei Beati a Loreto Aprutino è tra i più noti agli appassionati; il loro Trebbiano d’Abruzzo Bianchi Grilli per la Testa (16 euro) brilla per originalità e presenza palatale: un vasto spettro aromatico apre la strada a un sorso di grande spontaneità espressiva.

Perfetto con...

Antipasti di verdure, insalate di riso, pasta e fagioli, maccheroncini alla chitarra al pomodoro. Sono anche abili compagni di formaggi freschi: fior di latte, giuncata, caprini e pecorini dei pascoli abruzzesi sino al più complesso Pecorino di Farindola.

La rivincita del Trebbiano - Ultima modifica: 2020-06-30T18:13:22+02:00 da Redazione

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