Animali da compagnia
Tenere una tartaruga di terra in giardino? Non è difficile, ma ci vuole una gestione corretta

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La tartaruga di terra da sempre è apprezzata come animale da compagnia e ospitarne una nel giardino di casa non è molto impegnativo, purché siano soddisfatte alcune condizioni. Inoltre, è importante sapere che ogni esemplare deve essere accompagnato da un personale certificato CITES e deve essere identificabile tramite un microchip

Animale dall’incedere lento e un po’ impacciato, la tartaruga di terra da sempre è apprezzata come compagnia; tuttavia, prima di accoglierne una nel giardino di casa è necessario conoscere alcune informazioni di base per capire bene in quale avventura ci si sta imbarcando. Il consiglio migliore rimane, però, quello di consultare un veterinario specialista in animali esotici, perché solo un esperto può fornire indicazioni mirate per la gestione e la regolare detenzione di questo chelone. Vediamo un po’ il perché.

I cheloni terrestri non sono tutti uguali e le esigenze di temperatura, umidità e alimentazione variano in base al loro luogo di origine. Le tartarughe di terra più comuni alle nostre latitudini sono le Testudo mediterranee (T. hermanni, T. graeca e T. marginata) e, in Italia, è la Testudo hermanni ad essere particolarmente indicata, perché si adatta meglio al nostro clima e può trascorrere all’esterno tutto l’anno a patto che le sia fornito un ambiente adeguato.

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Tuttavia, prima di parlare di esigenze ambientali e alimentari è importante sapere che le tartarughe di terra sono sottoposte a una precisa regolamentazione secondo la quale ogni chelone deve essere accompagnato da un personale certificato CITES e deve essere identificabile tramite un microchip.

Che cos’è la CITES?

Comunemente chiamata CITES (Convention on international trade in endangered of fauna and flora in commerce), la Convenzione di Washington è una convenzione internazionale che regolamenta il commercio delle specie selvatiche di flora e fauna a rischio di estinzione e attualmente viene applicata in 183 Stati. La CITES è divisa in tre appendici nelle quali sono elencate più di 35.000 specie, tra animali e piante, divise per grado di protezione.

Nel caso specifico delle Testudo mediterranee, ogni esemplare deve possedere un apposito certificato CITES che attesti in modo inconfutabile la provenienza dell’animale, vale a dire che riesca a dimostrare che esso sia nato e cresciuto in cattività. La mancanza di questo certificato per le autorità significa “bracconaggio”.

L’autorità per l’emissione dei certificati è il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e i controlli sono eseguiti dal Raggruppamento Carabinieri CITES sul territorio e dalla Guarda di Finanza negli spazi doganali.

L’Italia ha disciplinato i reati relativi all’applicazione della Convenzione di Washington e dei regolamenti comunitari, con la Legge 150/1992, nella quale sono dettagliate le pene per i trasgressori.

L’iter per regolarizzare le tartarughe parte dalla denuncia di nascita (Modulo SCT1/A) che deve essere fatta entro 10 giorni dall’avvenimento, e nella quale devono essere indicati i certificati CITES dei genitori e il numero di marcatura. In seguito, la Forestale emetterà un numero di protocollo che servirà al medico veterinario esperto in animali esotici per applicare il microchip alle piccole tartarughe. A sua volta, il medico veterinario emetterà un documento di avvenuto inserimento del microchip, che indica, dove è stato inserito (collo o zampa posteriore), la specie, le generalità del proprietario e il numero di protocollo della denuncia di nascita.

Una cosa importante da sapere è che lo spostamento dell’animale è vietato se non autorizzato dalla Forestale, fatta eccezione quello per andare dal medico veterinario.

Se si cambia residenza, o si effettua uno spostamento temporaneo della tartaruga è necessario comunicarlo (Modulo SCT4), così come deve essere comunicato anche il decesso dell’animale, entro 10 giorni (modulo SCT5). È bene sapere che, dopo la sua morte, non è neppure possibile conservare l’animale o parte di esso: ad esempio, se si vuole tenere il carapace come ricordo è necessario fare domanda alla Forestale che emetterà il certificato CITES del carapace.

Per questo motivo, prima di acquistare una tartaruga, è di fondamentale importanza informarsi accuratamente e farsi indirizzare verso un rivenditore che lavori nel rispetto della normativa e fornisca un animale in possesso di un regolare certificato CITES e che sia dotato di microchip.

Parimenti, prima di accettare a titolo gratuito un esemplare di tartaruga di terra, oppure nel caso in cui sia entrata in giardino una tartaruga in fuga da chissà dove, è bene contattare un medico veterinario esperto in animali esotici per verificare lo stato sanitario dell’animale, effettuare la lettura del microchip per identificare l’effettivo proprietario, e avere indicazioni mirate per una eventuale corretta comunicazione alle autorità.

Quali sono le esigenze ambientali di una Testudo hermanni?

Come già accennato, la Testudo hermanni è la tartaruga di terra che si adatta meglio al clima del nostro Paese e può trascorrere all’esterno anche tutto l’anno, purché siano soddisfatte alcune condizioni.

Il giardino, o la zona di esso, destinato alla tartaruga deve essere spazioso (minimo 3 m2) e recintato, per evitare che vaghi libera e sconfini in zone pericolose dove può cadere vittima di un cane o altri animali, oppure può essere travolta da un tosaerba o da un decespugliatore. La recinzione deve essere sempre interrata, perché questo chelone ha delle spiccate doti di scavatore, priva di aperture che le permettano di fuggire o di ferirsi, e non deve consentirgli di arrampicarsi, poiché – seppur sia difficile da credere – le tartarughe di terra per superare gli ostacoli sono anche in grado di arrampicarsi!

Il giardino, inoltre, deve permettere alla tartaruga di godere di un’adeguata esposizione ai raggi solari, ma nel contempo deve essere dotato di una rigogliosa vegetazione o di una struttura che gli permetta di ripararsi dal sole, quando il caldo è eccessivo, e di andare in letargo.

Nel medesimo terreno è possibile ospitare più di una tartaruga, ma in questo caso, lo spazio a disposizione deve essere incrementato; inoltre è sconsigliabile detenere più maschi insieme, così come è meglio separare gli adulti dai soggetti molto giovani.

Il letargo

Quando arriva l’inverno, le tartarughe di terra vanno in letargo e, se la temperatura non va sotto gli 0 °C, possono tranquillamente stare all’esterno. Generalmente, quando la temperatura scende e le ore di luce iniziano a diminuire, le tartarughe smettono di mangiare e scelgono il luogo dove interrarsi per difendersi dal freddo dell’inverno. Questo lungo riposo dura in media 3-5 mesi. Attenzione, però: possono andare in letargo solo i soggetti che godono di buona salute, mentre quelli che non sono in piena forma o sono affetti da qualche malattia non dovrebbero farlo se non attentamente monitorati. Ovviamente, questa valutazione può essere fatta solo da uno specialista.

E le esigenze alimentari?

Se il giardino a disposizione della tartaruga è abbastanza ampio e gode di una buona varietà di erbe, la tartaruga può provvedere autonomamente alla propria alimentazione, tuttavia, in recinti dove la vegetazione non è sufficiente a coprire i fabbisogni dell’animale, è necessario fornire quotidianamente erbe di campo e vegetali, quali leguminose, tarassaco, cicoria, lattuga, insalata romana, radicchio, ecc. Ovviamente, sono banditi dolciumi e farinacei.

Per finire – soprattutto in estate – non dimenticare l’acqua fresca, che deve essere messa a disposizione in una ciotola dalle sponde basse.

In collaborazione con

 

Tenere una tartaruga di terra in giardino? Non è difficile, ma ci vuole una gestione corretta - Ultima modifica: 2022-03-25T09:59:58+01:00 da Sabina Tavolieri

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