Anni fa, appena tornata a casa, mi misi a riempire la ciotola per il pasto della mia famelica gatta Nefer. Contrariamente al solito annusò appena la sua scodella e uscì dalla cucina. Panico! “Che cos’ha? Sta male!” Ero già pronta a portarla in clinica quando scoprii che era riuscita ad aprire lo sgabuzzino dove conservavo il sacco dei suoi croccantini e ne aveva fatto un’abbuffata. Questo per dire che i motivi per cui un gatto non mangia sono spesso da ricondurre al fatto che è sazio: il dosaggio di cibo che gli abbiamo offerto è più che sufficiente per le sue necessità, oppure ha ricevuto troppi “fuoripasto” o, ancora, i suoi zampini di nascosto hanno rapinato cibo dalla dispensa. Le altre ragioni sono decisamente più serie e si possono ricondurre a diverse patologie (infiammatorie, infettive, neoplastiche) che richiedono un immediato intervento da parte del medico veterinario.
Alla giusta temperatura
Per i gatti, come per noi, il cibo rancido non è appetibile. Quindi è importante che l’alimento avanzato nella ciotola, soprattutto se di tipo umido, sia eliminato appena l’animale ha terminato di mangiare. Questo anche per motivi igienici. I felini, inoltre, basano molto la scelta degli alimenti sul senso dell’olfatto. Il riscaldamento può quindi aumentare l’attrazione verso il cibo, perché va a modificare e/o migliorarne l’aroma. Ricercatori anglo francesi hanno recentemente accertato che il gatto anziano preferisce il cibo umido a una temperatura di 37 °C. Questo “trucco” può promuovere il consumo di alimenti negli animali che con l’età hanno perso interesse verso il cibo.
I gusti son gusti
“Questo offre il convento, prima o poi lo mangerai!”. Essere troppo rigidi non sembra funzionare con il gatto: un alimento che non piace, per lui poco appetibile, verrà rifiutato dal felino di casa per lungo tempo, anche se ha fame. Sul mercato esistono tantissimi alimenti per gatti completi e bilanciati. Tra questi troverete sicuramente la pappa più gradita per il vostro micio dai gusti difficili, abbiate fiducia.