Siete tornati dalle vacanze, oppure non siete ancora partiti, e sentite il bisogno di ritrovare il contatto con l’acqua? Provate a realizzare un mini stagno. Aggiunge un tocco di poesia a qualsiasi terrazzino e una volta creato le cure sono davvero minime. Non serve una struttura complicata, vi basta una vecchia tinozza, o un catino di plastica molto capiente in cui mettere poche e selezionate piante. Creerete un suggestivo angolo zen che non ha bisogno di molta manutenzione. "Se si vuole coltivare un solo esemplare, per esempio un fiore di loro o una pianta palustre, è sufficiente una ciotola con un diametro di 40 centimetri. Ma per una composizione di 3 piante ne occorrono almeno 80 di centimetri", spiega Christian Piccaluga, di Arborea Farm un vivaio specializzato in piante acquatiche. "Il mini stagno è comodo anche quando partite per le vacanze, perché resiste fino a 15 giorni senza le vostre cure ". Ecco come realizzare il ministagno della foto in apertura.
Create il substrato giusto
Si comincia con il creare uno strato di terreno profondo di circa 10-15 centimetri. Niente terriccio universale per la vostra tinozza, ma della terra specifica per specie acquatiche, che trovate nei vivai, oppure online. In alternativa potete usare della terra di campo da prendere in un prato e da arricchire con del concime specifico e un po’ di sabbia, se è molto compatta.
Scegliete le piante
Ogni micro laghetto ha bisogno di 3 tipi di piante per raggiungere un equilibrio ideale. Si comincia con una ossigenante. Non si vede quasi perché vive sott'acqua, ma è fondamentale perché con la sua fotosintesi produce l'ossigeno che serve alla vita dello stagno. La più diffusa in Italia è la Ceratophyllum demersum. In alternativa potete usare una Elodea canadensis, o un Myriophyllum brasilensis. Compratene una e piantate le sue radici nel centro della tinozza.
Le protagoniste delle composizioni acquatiche sono però i loti e soprattutto le ninfee. Ne esistono anche varietà nane e micro che fioriscono per tutta l’estate. Sono soprattutto decorative, ma anche loro svolgono un ruolo prezioso: le loro foglie proteggono l'acqua dai raggi del sole e le impediscono di surriscaldarsi. Piantatene una a un’estremità della tinozza. Dall’altro lato mettete invece una pianta palustre, che aiuta a tenere pulita l’acqua. Ne esistono di molte specie, ma tutte hanno le radici in terra, la base nell'acqua e la chioma all'aria aperta. Assorbono l'eccesso di nutrienti sciolti nell'acqua e favoriscono lo sviluppo della flora batterica utile. Qui sono state usate due esemplari molto decorativi un falso papiro a sinistra e una Sagittaria bennii sulla destra.
Come si cura
Una volta interrate le vostre piante, aggiungete l’acqua dolcemente fino a 5 centimetri dal bordo e mettete il catino in una posizione soleggiata. Se ha trovato il giusto equilibrio il microlaghetto non avrà bisogno di molto. Dovrete solo rabboccare l’acqua una volta ogni 7-10 giorni e togliere man mano i fiori appassiti e le foglie ingiallite. Due volte l’anno, in primavera e in estate, aggiungete un concime specifico a lenta cessione. Durante l’inverno bisognerà solo fare attenzione che l'acqua non geli completamente, ritirando la tinozza in ambiente riparato in caso di previsioni particolarmente rigide.