Sebbene l’armamentario diagnostico e terapeutico sia straordinariamente progredito negli ultimi cinquant’anni, le malattie cardiovascolari rimangono ancor oggi la prima causa di morte nel mondo Occidentale. Questo porta con sé, oltre alla drammaticità degli eventi, anche una spesa farmaceutica imponente e un impatto della disabilità da evento cardiovascolare ragguardevole. Abbiamo accolto quindi con molto piacere il contributo della Professoressa Cristina Giannattasio, direttore del Cardio Center De Gasperis dell’Ospedale Niguarda di Milano e direttore della Scuola di Specializzazione Malattie Cardiovascolari dell’Università di Milano Bicocca, per fare il punto su come e cosa possiamo fare tutti noi per mantenere in salute l’apparato cardiocircolatorio.
L’alimentazione è ancora la prima scelta in fase di prevenzione e cura per i problemi cardiovascolari?
Numerose sono le scelte alimentari e di stile di vita che possono aiutarci a ridurre la probabilità di danni cardiovascolari. Indubbiamente la cura dell’alimentazione è il primo suggerimento forte che la comunità scientifica internazionale e anche le linee guida sul tema ci propongono.
Quali sono le prime strategie alimentari da mettere in campo?
Innanzitutto dovremmo imparare a ridurre o quasi abolire il sale aggiunto agli alimenti, consapevoli che la sua moderazione è in grado di ridurre la pressione arteriosa di alcuni millimetri di mercurio. La Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa fece alcuni anni fa una battaglia sull’argomento proponendo, ad esempio, di non abolire il sale da cucina nell’acqua di cottura di pasta e riso ma di valorizzare il gusto primario della maggior parte dei cibi riducendo l’aggiunta di sale ed evitando al contempo alimenti industriali eccessivamente sapidi. A queste norme corrisponde una riduzione misurabile, benché piccola, dei valori pressori e quindi un minor rischio di eventi cardiaci. È, inoltre, ben noto che la frutta e la verdura, tutta e senza distinzioni, sono amiche del cuore e dei vasi sanguigni per le innumerevoli vitamine che contengono tra le quali alcune, come la E, particolarmente benefiche per la parete dei vasi sanguigni poiché ne migliorano l’elasticità. Anche la frutta rossa, inclusi i piccoli frutti, contiene numerose vitamine e antiossidanti come i flavonoidi e gli antociani che migliorano la salute dell’apparato circolatorio.
È vero che i grassi saturi sono nocivi per la salute del cuore?
Assolutamente vero che i grassi saturi sono nocivi, soprattutto perché incrementano i valori del colesterolo “cattivo” LDL e sono in grado di “irritare” la parete vascolare, incentivando una condizione infiammatoria. E l’infiammazione è il prerequisito fondamentale per la formazione delle placche aterosclerotiche, cioè gli ispessimenti della parete interna delle arterie. Gli alimenti contenenti acidi grassi saturi, come il burro, la carne, i salumi andrebbero quindi consumati con molta moderazione, dando più spazio a condimenti vegetali come l’olio extravergine d’oliva, al pesce ma anche alle uova. Tutto ciò senza mai dimenticare di vivere l’alimentazione in maniera gioiosa abituando il nostro gusto a preferire i cibi “vantaggiosi” rispetto a quelli che conosciamo essere negativi.
Oltre alla dieta, ci sono altri suggerimenti per abbassare il rischio cardiovascolare?
In uno stile di vita sano e mirato al benessere non può mancare l’abitudine all’esercizio fisico. Anche semplicemente una camminata a passo veloce o una pedalata in piano, attività di minimo impatto economico e richiedenti solo il nostro tempo e la nostra attenzione. L’abitudine a praticare attività motoria per almeno 30 minuti consecutivi 3-4 volte la settimana si è, infatti, dimostrata capace sia di ridurre il rischio quando non si è ancora avuto alcun evento acuto cardiovascolare, sia addirittura di prevenire recidive dopo che l’evento ischemico cardiaco è avvenuto. Un beneficio aggiuntivo che deriva dall’attività fisica praticata con regolarità è l’incremento della produzione di endorfine, ormoni che regalano una sensazione di buon umore e serenità. Queste sostanze contrastano composti come il cortisolo che sono prodotti in caso di stress e che nuocciono alla salute del nostro cuore. Tutto ciò deve essere abbinato naturalmente all’esclusione del fumo di sigaretta, che è uno dei principali nemici del cuore, al mantenimento di un peso corporeo normale negli anni e al contenimento dello stress, aiutandosi, oltre che con la pratica dell’attività fisica, anche con varie tecniche di rilassamento che incentivano una migliore gestione delle emozioni.
Anche la genetica conta
Capita alle volte di sentire che anche persone apparentemente sane, normopeso, che non fumano e hanno uno stile di vita salutare, alimentazione compresa, incorrono in problemi cardiovascolari in età non troppo avanzata. Abbiamo chiesto alla dottoressa Giannattasio una possibile spiegazione di questi eventi. “Proprio l’evidenza che numerose persone giovani e non fumatrici possano ugualmente soffrire di malattie cardiovascolari ha dato un forte impulso alla ricerca di fattori genetici come possibili responsabili di queste patologie. Tra le moltissime ricerche effettuate sul tema una delle più attuali è quella sulla frequenza e misura della lipoproteina (a), spesso abbreviata come Lp (a), una molecola lipidica che è presente in maggior quantità nelle persone che hanno un rischio cardiovascolare definito “elevatissimo” e che sono quindi più facilmente vittima di ripetuti eventi cardiovascolari. La ricerca farmacologica si sta concentrando per trovare soluzioni che possano ridurre i livelli di questa frazione lipidica, abbassando quindi la probabilità di eventi e/o il loro ripresentarsi”. A maggior ragione, anche in caso di una genetica “sfortunata”, uno stile di vita orientato al benessere non può che migliorare la situazione e attenuare eventuali predisposizioni.
Bravi e grazie per i suggerimenti.
Alla prossima volta!!!!
Grazie!