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Al cervello non piacciono tanto i dolcificanti

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Per chi è sovrappeso, sostituire lo zucchero con gli edulcoranti sembra una soluzione facile per tagliare le calorie. Ma uno studio tedesco mostra che il cervello non sempre reagisce bene alla dolcezza acalorica, e potrebbe confondersi nella regolazione della fame. Con il rischio di ottenere il risultato opposto a quello desiderato

Specie quando si ha qualche chilo di troppo, la tentazione di ridurre le calorie sostituendo il sapore dolce con gli edulcoranti è forte. Non sempre, però, questa strategia è la soluzione migliore. Innanzitutto perché così non si spezza la dipendenza con il sapore dolce e poi perché si consumano ingredienti che possono avere anche effetti collaterali. A queste ragioni se ne aggiunge un’altra: gli edulcoranti possono alterare la regolazione fame-sazietà.

Un nuovo studio pubblicato su Nature Metabolism, realizzato dai ricercatori dell’Università di Tubinga, ha voluto indagare proprio l’effetto degli edulcoranti sul cervello. In particolare, gli studiosi si sono concentrati sulla stevia, uno dei dolcificanti più diffusi e utilizzati da chi desidera limitare le calorie.

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La ricerca ha coinvolto sia persone normopeso sia persone con obesità. A tutti i partecipanti sono stati somministrati diversi tipi di bevande: alcune contenevano zucchero, altre stevia, altre ancora erano solo acqua. Dopo averle consumate, i volontari (26 donne e 16 uomini, divisi tra normopeso e obesi, con un’età media di 26-27 anni e in buona salute metabolica) sono stati sottoposti a risonanza magnetica per analizzare come il cervello reagisse ai diversi stimoli dolci.

L’aspetto più interessante è emerso osservando una zona precisa del cervello: l’ipotalamo, che regola anche i meccanismi legati a fame e sazietà. Nelle persone normopeso, bere una bevanda alla stevia ha comportato una minore attivazione dell’ipotalamo rispetto alle bevande zuccherate. In pratica, il cervello ha reagito in modo più “calmo”, come se la stevia aiutasse un po’ a controllare la voglia di cibo. Nei partecipanti con obesità, però, questa differenza non si è vista: il cervello sembrava reagire alla stevia come se fosse uno zucchero. Questo suggerisce che chi ha già problemi di peso potrebbe non avere lo stesso beneficio dall’uso dei dolcificanti.

La questione diventa ancora più complessa perché il cervello, quando sente il sapore dolce, si aspetta anche l’arrivo di energia, cioè di calorie. Se questo legame viene a mancare, come accade con i dolcificanti acalorici, il cervello potrebbe “confondersi” e non controllare i meccanismi legati all’appetito. Stephanie Kullmann, una delle autrici dello studio, intervistata da Medscape, ha spiegato: “C’è una discrepanza tra il gusto dolce e il valore energetico effettivo. Il cervello può interpretare questo come un segnale di squilibrio.”

In altre parole, se ci abituiamo spesso a bere o mangiare cose dolci senza calorie, il cervello potrebbe imparare a non fidarsi più di quel segnale e a mantenere alta la voglia di cibo. Sempre Kullmann ha sottolineato: “Il nostro cervello impara dalle esperienze precedenti. Se abitualmente consumiamo dolcificanti senza calorie, può crearsi un cortocircuito nella regolazione dell’appetito.” In altre parole, il cervello potrebbe non capire più bene quando serve davvero mangiare o quando è solo attratto dal gusto dolce, rischiando di farci avere più fame, non meno.

Tuttavia, gli stessi ricercatori invitano alla cautela: lo studio non prova che la stevia faccia ingrassare o causi danni diretti, ma suggerisce che il cervello percepisce in modo diverso il dolce senza calorie, soprattutto in chi ha già problemi di peso. Insomma, restano aperti molti interrogativi e serviranno altri studi per capire se usare la stevia o altri edulcoranti possa davvero aiutare a perdere peso o se rischi, invece, di avere effetti contrari.

Per chi desidera ridurre gli zuccheri, la regola più sicura rimane quella di abituarsi a sapori meno dolci o al naturale - ad esempio non zuccherando più tè e caffè - senza demonizzare completamente né lo zucchero né i dolcificanti. L’importante è sapere che non sempre affidarsi al “dolce ma acalorico” è la soluzione migliore, anzi…

Al cervello non piacciono tanto i dolcificanti - Ultima modifica: 2025-07-29T08:00:36+02:00 da Barbara Asprea

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