Pelle al sole
Creme solari: 5 falsi miti da dimenticare

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Proteggersi dal sole è fondamentale, ma sull’uso delle creme solari circolano ancora troppe mezze verità. Ecco cosa sapere davvero per scegliere e applicare il solare nel modo giusto, senza errori né false convinzioni

In estate, tra un pranzo all’aperto e una camminata in riva al mare, la crema solare è una delle alleate più importanti per proteggere la pelle. Eppure, ancora oggi, su come funziona e su quando (e come) usarla, girano parecchie convinzioni sbagliate. Qui facciamo un po’ di chiarezza, partendo dalle basi.

Come funziona una crema solare

La crema solare agisce come una barriera, fisica, chimica o entrambe, contro i raggi UV. I raggi ultravioletti si dividono in UVA (responsabili dell’invecchiamento cutaneo) e UVB (quelli che causano le scottature). I filtri solari servono a bloccare o disperdere questi raggi, limitando i danni alla pelle nel breve e nel lungo periodo. Il numero indicato sul flacone, l’SPF, o fattore di protezione solare, si riferisce alla protezione contro i raggi UVB. Più è alto il numero, più tempo puoi restare al sole senza scottarti, ma nessuna crema protegge al 100%.

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Waterproof e non: c’è differenza

Le creme solari waterproof (o water resistant) non sono magiche: non significa che resistano all’acqua per sempre. Vuol dire semplicemente che mantengono la loro efficacia dopo un certo numero di minuti in acqua, in genere 40 o 80. Ma attenzione: sudore, sfregamenti, asciugamani e bagni frequenti riducono comunque la protezione, quindi è sempre necessario riapplicarla. Le creme non resistenti all’acqua, invece, perdono protezione più rapidamente dopo il contatto con liquidi o sudore, e vanno riapplicate più spesso.

5 falsi miti da sfatare sulle creme solari

  1. Se uso la protezione, non mi abbronzo
    Falso. Ci si abbronza lo stesso, ma in modo più sicuro. La crema filtra i raggi UV più dannosi, non elimina del tutto l’azione del sole. L’abbronzatura ottenuta con protezione dura anche di più e danneggia meno la pelle.
  1. Con le nuvole, la protezione solare non serve
    Falso. Fino all’80% dei raggi UV riesce a penetrare le nuvole. Anche nei giorni coperti, la pelle è esposta al rischio di scottature e invecchiamento precoce.
  1. Con la protezione alta non ci si abbronza
    Falso. Un SPF 50 riduce l’intensità dei raggi UVB, ma non li blocca del tutto. Si abbronza comunque, solo con più lentezza e sicurezza. Il colore arriverà lo stesso, ma senza spellature o danni evitabili.
  1. Una volta abbronzati, si può smettere di usare la crema
    Falso. Anche se la pelle è scura o già colorita, i raggi UV continuano a fare danni: invecchiamento cutaneo, macchie, rughe e, nei casi peggiori, tumori della pelle. La protezione resta fondamentale.
  1. Una sola applicazione basta fino a sera
    Falso. Nessuna crema dura tutto il giorno. Va riapplicata ogni due ore circa, e subito dopo ogni bagno o sudata abbondante. Solo così si mantiene la protezione efficace per tutta la giornata.

Usare bene la protezione solare non significa evitare il sole, ma goderselo con intelligenza. Pelle sana, abbronzatura uniforme, niente scottature e più leggerezza: anche sotto l’ombrellone, si può fare la scelta giusta.

 

 

Creme solari: 5 falsi miti da dimenticare - Ultima modifica: 2025-07-17T08:00:31+02:00 da Redazione

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