A tavola con... Claudia Zanella
Ho scelto di essere “quasi vegana”

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Claudia Zanella, attrice e poi scrittrice e anche naturopata, ci racconta come, dieci anni fa, ha maturato una maggiore consapevolezza riguardo al cibo, scegliendo così di seguire una dieta vegana... all'80%

Il libro Ho sposato una vegana è decisamente spassoso: racconta lo smarrimento di un povero onnivoro che precipita per amore in un turbine di consapevolezza alimentare quasi vegana, nel quale trova pian piano la propria dimensione. La storia è a lieto fine, perché l’onnivoro in questione, l’autore del libro, è Fausto Brizzi, regista, e l’artefice del turbine è Claudia Zanella, attrice nonché mamma di Penelope Nina e moglie di Fausto. Probabilmente i nostri più convinti lettori vegani si riconoscerebbero nelle battute di Claudia nel sopracitato libro edito da Einaudi Stile Libero che, se talvolta sembrano un po’  intransigenti, fanno però capire quanto sia importante informarsi e informare per diffondere sempre più uno stile di vita sostenibile e salutare.

Claudia, da mamma quasi vegana come te la stai cavando?
Mia figlia, Penelope Nina, sta benissimo: ho iniziato a svezzarla un po’ dopo il quinto mese, e all’inizio ho inserito alcuni cibi vegetali, mentre dal settimo mese ho introdotto a giorni alterni proteine animali come l’uovo, la ricotta di pecora o il pesce. Non mi sono sentita di proseguire lo svezzamento totalmente vegano, perché per coprire il fabbisogno nutrizionale dai sei mesi bisogna introdurre alimenti come il tofu o le mandorle che non le piacciono e quindi ho ceduto e credo di aver fatto bene! Sono naturopata e ho cercato di applicare su mia figlia le mie competenze, senza rigidità. Sono anche una convinta sostenitrice dell’autosvezzamento, secondo cui dopo i sei mesi un bimbo sano è pronto per assaggiare tutto quello che mangia una famiglia che si alimenta in modo corretto: Penelope Nina è molto curiosa e vuole assaggiare tutto e noi l’assecondiamo. Tra l’altro, l’autosvezzamento fa risparmiare un sacco di tempo perché si cucina per tutti la stessa cosa.

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Hai avuto sempre una così grande attenzione all’alimentazione?
Assolutamente no. Tutto è iniziato una decina d’anni fa, quando sono entrata per caso in un ristorante vegano dove mi hanno spiegato i vari danni causati da un’alimentazione carnivora. Mi è crollata di colpo l’immagine romantica e bucolica che avevo degli allevamenti di mucche felici sui verdi pascoli, ho aperto gli occhi sui problemi di un’alimentazione inconsapevole per la nostra salute e l’ambiente e mi sono precipitata in libreria a documentarmi su tutto, fino a prendere il diploma di naturopata e indirizzandomi verso una scelta prevalentemente vegana.

In cosa consiste questo “prevalentemente” vegana?
La scelta vegana è molto radicale e credo che ognuno debba decidere in autonomia se seguirla o meno e io ho molto rispetto per chi prende questa strada.
Personalmente cerco di capire che cosa c’è dietro al cibo che portiamo in tavola e che effetti abbia sul nostro organismo e sono arrivata alla convinzione che una strada percorribile da tutti sia un’alimentazione all’ottanta per cento basata su alimenti vegetali con ogni tanto qualche proteina animale. Credo sia ormai abbastanza documentato che se tutti mangiassimo così ci sarebbero molti vantaggi su più fronti. Un grande risparmio per le famiglie e per la sanità, più benessere per gli animali perché sarebbero eliminati gli allevamenti intensivi, più campi da coltivare per l’alimentazione umana. Senza contare i benefici per l’ambiente. Insomma si potrebbe salvare il pianeta!

Pensi che manchi una comunicazione adeguata sul cibo?
Fino a qualche anno fa mancava completamente. Ora se ne sta parlando molto e sempre meglio. Anche io sulle mie pagine social, quotidianamente, cerco di creare più  consapevolezza alimentare. Sai paradossalmente con chi ho i dibattiti più accesi? Con i vegani estremisti! Ti fanno venir voglia di non essere più vegano! Io sono stata aggredita da un sacco di lettere di vegani dopo aver dichiarato che durante l’allattamento avevo rintrodotto dei derivati animali come le uova, o la ricotta. E credo che questo tipo di aggressività sia poco in linea con il pensiero di chi sceglie di non far soffrire gli animali. È necessario spiegare con calma e l’importanza di certe scelte alimentari, senza integralismi, sennò si ottiene l’effetto opposto.

Anche dello spreco si parla tanto, senza grande successo. Tu riesci a non sprecare?
Una considerazione che mi viene in mente è che le confezioni dei supermercati, anche di merce deperibile, sono sempre enormi e questo non aiuta. Per quel che mi riguarda cerco di riciclare in tanti modi. Mi è di supporto la centrifuga, nella quale metto gli scarti della verdura ancora buoni ricavandone degli ottimi succhi. Poi tutti gli scarti di cibo non più riciclabili finiscono nella piccola compostiera con cui nutro il mio orto casalingo. Chiunque abbia anche solo un balcone può farlo!

Compri biologico? Se sì, seguendo quali criteri?
Compro bio nel limite del possibile. Ci sono due modi per farlo: andare nei supermercati
e negozi dedicati, dove spesso i prezzi sono più alti del convenzionale, oppure crearsi la propria filiera biologica. Io ho stabilito dei rapporti di fiducia con alcuni negozianti e contadini che hanno il banchetto di frutta e verdura al mercato e che mi indicano quali sono i vegetali del loro orto coltivati in modo naturale, anche senza certificazione biologica, e quali quelli comprati all’ingrosso. La stessa cosa per gli altri prodotti, che compro o dall’uno o dall’altro secondo le disponibilità. Certo, è un po’ più elaborato fare la spesa in questo modo perché non compri tutto nello stesso posto, ma ne vale la pena. Per il pesce, che prendo solo per Fausto e Penelope, mi oriento per lo più verso il pesce azzurro pescato con sistemi sostenibili ed evito quello di allevamento. E a chi continua a contestare i prezzi più alti del biologico spiego che avendo eliminato le carni e i latticini in modo praticamente totale il risparmio è comunque assicurato.

Concludiamo con…
La speranza che ci sia nel mondo un po’ più di consapevolezza alimentare e che mia figlia cresca in mezzo ad altri bambini ai quali i genitori hanno passato gli stessi valori di rispetto per il pianeta e tutti gli esseri viventi.

Ho scelto di essere “quasi vegana” - Ultima modifica: 2017-11-21T16:26:47+01:00 da Sabina Tavolieri

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